Zaccheo, insegnaci a scendere dai nostri sicomòri…

Ciao Zaccheo, riconosco che sei un tipo bizzarro, difficile prenderti come modello. La tua fama, allora come oggi non è di quelle scontate. Non eri un tipo molto simpatico agli occhi della tua gente, tutt’altro: ricco e potente, pubblicano, collaborazionista con la forza occupante straniera, approfittatore, trafficante..dimmi tu come non mantenere nei tuoi confronti dei legittimi dubbi e doverosi sospetti. Ieri come oggi.

Nei vangeli ci sono tanti altri personaggi che trovo più ammirevoli e che subito suscitano la mia simpatia, anche nella loro stranezza.. ma tu, devo ammetterlo: tu mi lasci un pò di amaro in bocca: un ricco è veramente capace di convertirsi? Dov’è il trucchetto?

Oggi, i tempi sono diversi da tuoi, sai quanti come te ce ne sono in giro, proliferano ovunque e avete tutti la stessa caratteristica, quella di costruire la vostra ricchezza sulle spalle della povera gente, ve ne frega niente di loro, anzi sapete benissimo che la miseria dei poveri è la garanzia del vostro successo, siete approfittatori, avidi e implacabili. Ieri come oggi e come sarà sempre così.

Mi capisci perché mantengo un po’ di diffidenza?

Io non conosco personalmente tanti ricchi, capaci di fare come te, a dire il vero li vedo sempre arrampicati sui loro palazzi (sicomòro), da li non si schiodono facilmente, guardano dall’alto il mondo, da lassù le persone sono piccine, il panorama può essere da mozza fiato..e quando scendono vanno per la loro strada, vivono in un mondo a parte, separato dai comuni mortali. Adesso che ci penso un po’, vedo tanta gente comune (non così ricca come te) ma si comporta così, ognuno difende con forza il suo piccolo “sicomòro”, si sente minacciato da chi ci passa sotto, guai se qualcuno osa appollaiarsi sul ramo vicino. Ma questo è un altro discorso.

I Zaccheo di oggi, quelli doc, dal loro “sicomòro” spesso decidono leggi, regole, spostamenti..sempre per il bene degli altri, s’intende! Decidono e organizzano la vita di quelle persone che vedono da lassù, tanto sono così piccole e lontane!

Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo restare a casa tua”.

Le parole di Gesù mi colpiscono, sono chiare, perentorie. Dal Vangelo leggo la tua rapidità nello scendere e nello stesso mi sorprende la tua gioia, mentre la gente mormora. Sento quelle parole di Gesù rivolte non solo a te, anche a me, ad ognuno di noi. Quello di scendere dai nostri” sicomòri”, dalle nostre altezze, dai nostri rifugi arroccati dentro fortezze inespugnabili, dalle nostre presunzioni.

La salvezza sta nella capacità di saper scendere al momento giusto, dubito delle conversioni che avvengono senza scendere, che preferiscono stare sempre in alto.

Accogliendo Gesù in casa tua sei sceso anche dalla tua potenza, dalla tua arroganza, dal tuo “status quo” affermato. Ti sei lasciato sbriciolare e sono bastate poche parole, senza dottrine particolari o chissà quali prediche moralistiche.

Scendere.. per aprire la propria casa, qui sta il segreto di una vera conversione e tu Zaccheo hai smentito le parole di Gesù stesso: “quanto è difficile per un ricco entrare nel Regno dei cieli.”

Allora ti chiedo, ora che stai lassù di scendere di nuovo nella nostra società, abbiamo bisogno tutti quanti del tuo esempio perché il virus della arroganza è ormai penetrato ovunque, anche nella cosi detta gente “normale”, quella che sta in basso per intenderci. Aiutaci a scendere dalle nostre fortezze, a rifiutare la logica della barricata innalzata in difesa della presunta superiorità della nostra civiltà. Accompagnaci nell’arte di saper scendere con gioia, perché solo scendendo possiamo imparare a conoscerci, solo facendo dimorare il povero in “casa nostra” impareremo ad aprire le nostre esistenze su cammini autentici di solidarietà.

Ciao Zaccheo e grazie di tutto.

Ago

Coltano, 29 Ottobre 2016

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