Negri Daniela, Io la voce, Altri il Verbo

Io la voce, Altri il Verbo. Una riflessione sul Vangelo della III Domenica d’Avvento   (Anno B domenica 17 dicembre 2017) proposta dalla prof.ssa Daniela Negri e pubblicata sulla Vita Cattolica  settimanale della Diocesi di Cremona.

 


Il Vangelo (Gv 1,6-8.19-28)

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.


La riflessione

Michelangelo Merisi da Caravaggio San Giovanni Battista, 1604 Olio su tela, 97 x 131
Michelangelo Merisi da Caravaggio San Giovanni Battista, 1604 Olio su tela, 97 x 131. Il quadro pare essere emblematico delle due “storie”, Giovanni è nella luce ma si volta indietro verso il passato/ombra, forse ha dubbi o misura la distanza…..verso il nuovo?!

Ancora Giovanni il Precursore: forse ce lo fanno sentire lontano i peli di cammello e le cavallette della rapida descrizione di Marco  , mentre ci accompagna da sempre, come espressione proverbiale, la citazione da Isaia, quella vox clamantis in deserto che nel Vangelo di Giovanni diventa risposta disarmante per la richiesta preoccupata degli inquisitori di turno: “Tu chi sei?”. Ma l’immagine dell’irsuto eremita riprodotta come icona di penitenza mortificante, non è il solo modo di rappresentare quell’unico santo di cui la Chiesa celebra liturgicamente il giorno della nascita e non quello della morte. Ho ritrovato, nella mia recente visita alla mostra milanese di Caravaggio  , la tela Corsini della Galleria Nazionale di Roma. Nel 1604 il pittore, che è ritornato ben otto volte su questo soggetto, dipinge un “anacoreta adolescente”, con lo sguardo dubbioso o sognante rivolto all’ombra alle sue spalle, mentre in piena luce rifulgono il bianco del suo corpo e il rosso del suo mantello. Giovane testimone della luce, dunque, ultimo dei profeti, spartiacque tra due storie, l’antica e la nuova. Sa che non è lui la Parola, ma si fa voce che annuncia Qualcuno che è in mezzo a noi e che noi ancora non sappiamo ri-conoscere. Alterna la perentorietà del comando (“Rendete diritta la via del Signore”) alla modernità dei dubbi (“Sei Tu quello che deve venire?), che cercano il senso di una vita in procinto di essere sacrificata – come tante, in ogni tempo – da un potere che non sopporta la verità. E quali voci ci parlano oggi dal deserto? Forse quelle che denunciano le tombe invisibili dei tanti migranti inghiottiti dalle sabbie del Sahara: il doppio del totale delle vittime nel Mediterraneo, secondo le stime ONU. Eppure, proprio grazie alla storia nuova che il Battista ha annuciato, “fiorito è il deserto/popolata è la solitudine”: e nel deserto di Sonora, sul confine tra Stati Uniti e Messico, fioriscono i centri di accoglienza per migranti e deportati della Kino Border Initiative  . Sull’esempio del gesuita Padre Eusebio F. Chini  (Kino), apostolo degli indiani nel cuore del XVII secolo, si coltiva una profetica spiritualità di frontiera che sa farsi “lieto annuncio ai poveri”, fasciando” le piaghe dei cuori spezzati” (Is.61,1-2). In ascolto dei “servi della Parola”, possiamo fare nostra la preghiera di Padre Turoldo

A mo’ di preghiera

Manda, Signore, ancora profeti,
uomini certi di Dio,
uomini dal cuore in fiamme.
E Tu a parlare dai loro roveti
sulle macerie delle nostre parole,
dentro il deserto dei templi:
a dire ai poveri
di sperare ancora.
Che siano appena tua voce,
voce di Dio dentro la folgore,
voce di Dio che schianta la pietra.

(D.M. Turoldo, Manda, Signore, ancora profeti – in O sensi miei… Poesie 1948-1988

DANIELA NEGRI


Daniela Negri

Prof.ssa Daniela Negri

Prof.ssa Daniela Negri

Daniela Negri, già docente di Lettere presso il Liceo scientifico “ASELLI”, volontaria per il MLAL – ONG di VERONA  – in progetti di Cooperazione internazionale in America Latina, socia fondatrice della Cooperativa NONSOLONOI  e Presidente della stessa dal 1995 al 2005, coordinatrice dei Corsi sulle Economie alternative promossi dalla Cooperativa in città dal 1997 al 2004 , Responsabile del Gruppo Missionario della Parrocchia di S. ABBONDIO, docente di Corsi di lingua e cultura italiana presso l’Associazione Latinoamericana – ALAC – di Cremona .

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