La festa del Corpo e Sangue di Gesù attraversa la nostra esistenza, è la festa dell’Eucarestia che per essere vera si deve diramare ovunque, nessun spazio della nostra vita va escluso, fino a raggiungere ogni frammento della nostra storia.
Il racconto di Luca nella liturgia di oggi (condivisione dei pani Luca 9,10-17) gronda di luce e di umanità, è commovente pensare le nostre Eucarestia cariche di questa umanità..verrebbe da dire che una Messa al riparo dalle fatiche, dalle fragilità degli uomini è un’Eucarestia monca, sciupata; il rischio o la tentazione è di fermarsi a celebrare un semplice rito, appagante a volte, ma incapace di lasciar palpitare di vita.
“Signore congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta.”
L’invito garbato (più o meno) dei discepoli a Gesù sembra ripetersi anche oggi di fronte a tanti problemi, a quello dei migranti, dei profughi, dei Rom..già abbiamo le nostre difficoltà, le nostre crisi sono già insopportabili per noi, non possiamo farci carico di tutto e di tutti! E poi non se lo meritano, non hanno i documenti in regola, rubano..
Proprio perché celebriamo oggi la festa del Corpo e del Sangue di Gesù, per un cristiano e per una comunità cristiana mai dovremmo accettare o giustificare la logica del respingimento, dell’esclusione, dello sgombero che getta in strada persone.
Di fronte a questi fatti dovremmo per lo meno saperci indignare e senza paura o vergogna soffrire con costoro: una sofferenza com-passionevole, capace appunto di patire con. Non è questo che ci chiede il Vangelo?
Siamo capaci ancora di mostrare e testimoniare la vitalità della fede in un Gesù che si spezza solo per condividere frammenti di Regno nei solchi dell’umanità? Il cristiano che vive l’Eucarestia in un certo senso diventa un “eversivo” agli occhi del mondo e delle sue politiche, proprio perché cammina seguendo dentro di sè i sentieri del Regno, che coincidono spesso con le mappe non segnate dei poveri, degli scartati.
“Voi stessi date loro da mangiare.”
Può volere dire di procurare da mangiare per questa gente, ma anche l’invito a dare se stessi da mangiare! Datevi voi da mangiare, diventate pane spezzato per gli altri. Valeva allora, come vale anche oggi.
Campo Rom Coltano (PI)
30 Maggio 2016