Cristiani sedotti dal tappeto rosso?
Commento al Vangelo della XXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) di Don Agostino Rota Martir
“ Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre, mi hai fatto violenza e hai prevalso.” (Ger. 20, 7)
Il profeta è il frutto di una seduzione particolare, tra Dio e l’uomo, anzi è reciproca, senza questa seduzione reciproca Dio rimane silenzioso e il profeta rischia di diventare il solito ciarlatano, alla merce dei suoi sogni o cadere negli intrecci dei grandi di turno. Più questa seduzione diventa forte, viscerale il profeta si sente coinvolto, partecipe di un qualcosa che lo attrae e lo ferisce nello stesso tempo..ma non può fare a meno di mettere la sua vita nelle mani di chi continua a sedurlo.
Strana questa seduzione “divina”, in genere quando due persone si attraggono il loro mondo si rimpicciolisce, tende a chiudersi, invece Dio seducendo, in questo caso Geremia, non per rinchiuderlo nel suo spazio sacro, ma lo spinge fuori, per farlo entrare nella storia del suo popolo, ma con gli occhi e il cuore di Dio.
Dio seduce il profeta non per farlo passeggiare sul “tappeto rosso”, come in genere fanno i Vip e i famosi attori, ma per immergerlo nella vita della gente, lontano dalle luci della ribalta, ma a fianco di chi è escluso, messo da parte, dimenticato.
Veramente bizzarra questa seduzione.
Anche i discepoli seguivano Gesù, pensando che avrebbe trionfato, la gente lo ammirava, era un vincente, finalmente il Messia tanto atteso, avrebbe conquistato il potere e gettato a mare gli occupanti stranieri..passeggiavano finalmente sul “tappeto rosso”, la gente lo acclamava e loro, i discepoli si godevano lo spettacolo, affascinante, attraente. Il tempo era ormai maturo, il Regno di Dio finalmente, stava bussando alle porte del popolo eletto, bisognava tenersi pronti ad agire. Pietro e gli altri discepoli, sedotti dal momento magico, si pregustavano l’imminente successo.
“ Se qualcuno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” ( Mt. 16, 24)
Quando Gesù inizia a parlare apertamente del Messia, provoca una reazione indignata di Pietro: “Questo non ti accadrà mai.”, Il Messia di Gesù passa attraverso l’emarginazione, l’esclusione, il rifiuto perché annuncia un Dio misericordioso, a fianco dei deboli. Sarà un Dio, agli occhi dei capi dei sacerdoti, degli scribi e degli anziani, poco “sacro”, scandaloso. Il Dio della religione, predilige un Messia capace di sfilare sul tappeto rosso, da ammirare, a dovuta distanza, sotto gli occhi vigilanti delle guardie del corpo, spesso irraggiungibile..adorato e temuto nello stesso tempo. Gesù non vuole dei discepoli da “tappeto rosso”, sedotti dal prestigio, dal successo. Non è questo il suo stile, la sua via. Chiede loro di saper “rinnegare se stessi”, non tanto per il gusto di mortificare la vita delle persone, ma di viverla nel modo autentico, con più pienezza per metterla al servizio degli altri. Lasciamoci sedurre la bellezza del Vangelo, per poter camminare lungo le vie delle Beatitudini, l’unico tappeto sul quale passeggiare con orgoglio:
“ Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio..beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate..” ( Lc.6, 20. 22-23 )
5 Settembre 2017
Agostino Rota Martir