Luciano Ariberti
Pizzighettone, 27 luglio 1934
Cremona, 12 giugno 2022
Ho affidato allo scritto ricordi e riflessioni ma (per ora) riposano tra i byte del mio pc. Li ritengo “un dono prezioso, da osservare in momenti particolari e per il resto li conservo come un tesoro nascosto di cui ho la certezza“
Faccio mie le parole che un grande teologo ha scritto mentre era in carcere (a Tegel, Berlino). Sarà giustiziato per espresso ordine di Hitler il 9 aprile 1945.
Non mi permetto di aggiungere nessun commento, non lo ritengo necessario.
“Non c’è nulla che possa sostituire l’assenza di una persona a noi cara. Non c’è alcun tentativo da fare, bisogna semplicemente tenere duro e sopportare. Ciò può sembrare a prima vista molto difficile, ma è al tempo stesso una grande consolazione, perché finché il vuoto resta aperto si rimane legati l’un l’altro per suo mezzo. E’ falso dire che Dio riempie il vuoto; Egli non lo riempie affatto, ma lo tiene espressamente aperto, aiutandoci in tal modo a conservare la nostra antica reciproca comunione, sia pure nel dolore. Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in una gioia silenziosa. I bei tempi passati si portano in sé non come una spina, ma come un dono prezioso. Bisogna evitare di avvoltolarsi nei ricordi, di consegnarci ad essi; così come non si resta a contemplare di continuo un dono prezioso, ma lo si osserva in momenti particolari e per il resto lo si conserva come un tesoro nascosto di cui si ha la certezza. Allora sì che dal passato emanano una gioia e una forza durevoli.”
Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa
Ciao papà, arrivederci.