“La Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e dirigersi verso le periferia, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali”:
è un’affermazione del cardinale Jorge Bergoglio prima di diventare Papa, durante una delle congregazioni pre-Conclave. C’è chi testimonia concretamente, quotidianamente, questo farsi prossimo nelle periferie delle nostre città, nelle periferie della storia che stiamo scrivendo. Sicuramente, in Europa i Rom (ma anche Sinti, Kale, Manouches e Romanichals) rappresentano con il loro passato e il loro presente una periferia scomoda, che ci interpella, che ci disturba, che fatichiamo a comprendere avvolti nella nebbia dei pregiudizi che li circondano. Quello che riporto di seguito sono le riflessioni di Don Agostino Rota Martir, amico sacerdote che da anni condivide con tante persone la vita in un campo Rom vicino a Pisa. Nei giorni scorsi [settembre 2015] ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza drammatica dello sgombero del campo della Bigattiera (Pisa). Segue anche un articolo del quotidiano Il tirreno di Pisa che ha intervistato Don Agostino. Quello che più mi colpisce nella sua testimonianza è che vivere a contatto con una persona, avvicinarla, ci fa scoprire la sua umanità ciò che essa è realmente oltre gli stereotipi che spesso vengono cuciti addosso. La sua, inoltre, è una presenza discreta ma forte e significativa di una chiesa come ospedale da campo.
NON SIAMO DA BUTTAR VIA!
Coltano, campo Rom – 8 Ottobre 2015.
Gli appelli di papa Francesco sono incessanti e molteplici: “Nessun essere umano va trattato come uno scarto” e sottolineerei: anche se non frequenta alcuna scuola! Faccio fatica a vedere il rom di serie A e B. Chi va a scuola ha la mia comprensione, chi non ci va pazienza!. I Rom della Bigattiera di fatto, si sono trovati tutti sullo stesso treno deragliato, perché qualcuno già da tempo aveva manomesso i binari dei diritti uguali per tutti. Esattamente quello che l’Amministrazione di Pisa sta attuando da tempo verso in Rom in particolare, oggi è toccato ai Rom della Bigattiera. Una politica che scarta, in nome di calcoli elettorali, perché questa è la motivazione di fondo, ha smarrito quel suo nobile scopo di prevenzione, di messa in campo di azioni in grado di accompagnare e sostenere le fasce più deboli della società, a lungo andare diventa cancerogena e nociva anche per l’intera società. Da anni purtroppo, con i Rom assistiamo a questo degrado sociale e politico. I Rom sono sistematicamente esclusi da una partecipazione reale e concreta al loro sviluppo, al loro futuro. Le politiche sociali hanno occupato questo spazio in modo invadente, minaccioso e escludente. Siamo testimoni di atteggiamenti arroganti, falsi e bugiardi da parte di “responsabili” che spesso non esitano a far uso anche di intimidazione, pur di ottenere i loro obiettivi.
“Se non fai così gli assistenti sociali ti prendono i tuoi bambini”.
“Se non fai così, la Questura ti darà l’espulsione”.
L’integrazione, strano ma vero rischia di essere minata proprio da quei soggetti chiamati a promuoverla e sostenerla. La pietà è vista come un ostacolo all’integrazione e spesso sono i responsabili del comune che mostrano il disprezzo verso i Rom, la pietà verso la vita dei Rom è bandita. Come mai , in genere oggi sono proprio le donne (assistenti sociali, responsabili, assessori…) che ostentano questa carenza di pietà umana, un tempo tipica del cuore femminile? Così facendo si inietta nell’opinione pubblica l’idea della “normalità del male”, la si accetta senza alcuna reazione, la si giustifica in nome di una falsa e distorta comprensione Le vicende del campo Rom della Bigattiera sono un esempio parlante. Anni fà (estate 2012) lo stesso comune ordina la chiusura della fornitura di acqua e di luce, obbligando di fatto un’intera comunità Rom, con tanti minori e degli adulti ammalati, a vivere nel disagio.
“L’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani.
Ce lo ricorda papa Francesco in Laudato Sì, n° 30.
Oggi lo stesso comune firma l’ordinanza di sgombero della Bigattiera, motivandola per le condizioni igienico-sanitarie insostenibili del campo! C’è da rimanere sbigottiti per questi “giochetti”… chissà noi come avremmo reagito se privati per capriccio di qualcosa, di ciò che spetta ad ogni essere umano.
Succede questo nel resto d’Europa? I Rom li considerate esseri umani? E’ la domanda (non provocatoria!) che rivolgo agli amministratori di Pisa e che molti cittadini oggi si pongono, a motivo delle vostre scelte. Lo sgombero di persone è condizionato ad una concreta, immediata alternativa percorribile, lo dice la Commissione Europea. Dovrebbe essere sancita anche da una legge che obbliga i responsabili ad agire di conseguenza, diversamente si giustifica la disumanità e si incentiva quel degrado che si dice di voler combattere. Oggi la schiavitù è un reato, come lo stupro, la violenza, lo sfruttamento minorile… ecco vorrei che entrasse anche nella nostra coscienza e soprattutto negli atti amministrativi che sgomberare persone, lasciandole per strada, allo sbando privandole anche di una semplice baracca, è una violazione e in quanto tale illegittima, come è lo sfruttare un lavoratore, abusare o plagiare un minore o ridurre un essere umano “Non siamo da buttar via!”, mi diceva un Rom qualche giorno prima dello sgombero: è vero qualcuno lo pensa e lo programma.
“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, dice un proverbio italiano…sarà ancora vero? Quando si tratta della vita dei Rom, oggi a Pisa e altrove, il confine é diventato sottile… non più un mare che ci difenda, ma le ruspe che spianano anche le ormai fragili obiezioni delle nostre coscienze.
p. Agostino Rota Martir