La testimonianza di LADIO VERON, leader dei GUARANI-KAIOWA del Brasile.
Il Teatro dei Migranti presso la sede di ALAC (ASSOCIAZIONE LATINOAMERICANA-CR) riesce a stento a contenere tutti i partecipanti all’incontro con il cacique LADIO VERON, rappresentante del popolo Guarani-Kaiowa dello Stato brasiliano MATO GROSSO do Sul, e del volontario catalano Jordi Ferrè Losa. Promosso da ALAC, (Associazione latinoamericana di Cremona) con l’adesione dei gruppi cremonesi di AMNESTY INTERNATIONAL ed EMERGENCY e dalla Cooperativa per il Commercio Equo e Solidale “NONSOLONOI ”, l’incontro del 9 Aprile scorso si inserisce in una fitta serie di interventi proposti in Italia e in vari Paesi europei dal Tribunal Popolar di San Paolo per portare all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale la gravissima situazione di un popolo indigeno “che muore senza le sue terre”. Da anni, infatti, è in corso una sistematica aggressione ai Guarani-Kaiowà da parte di forze paramilitari tese a difendere gli interessi dei fazendeiros, impegnati ad estendere le monocolture di soia transgenica, in particolare, o di canna da zucchero destinate all’esportazione. Nel 2015, 45 sono stati i suicidi di adolescenti di fronte ad un inimmaginabile futuro, elevato il numero di bambini morti per assenza di assistenza sanitaria. La pressione esercitata sul Congresso dalla lobby dei grandi proprietari terrieri impedisce – afferma il cacique -, che siano rispettati i dettami costituzionali che già dall’88 garantivano a questo popolo il riconoscimento delle terre ancestrali. I Guarani-Kaiowà, che vivono al confine con il Paraguay, subiscono ormai da decenni una sistematica violazione dei diritti umani fino all’omicidio dei propri leader, come è accaduto anche nel 2003 con l’uccisione proprio del padre di Ladio, Marco Veron. La proiezione di filmati con le immagini agghiaccianti di elicotteri militari che sorvolano le comunità, spaventando fino al pianto i bambini, di famiglie indifese costrette ad abbandonare le proprie sedi legittime e a vivere ai margini di recinzioni con filo spinato, della repressione brutale di forme pacifiche di resistenza all’espulsione dalle proprie terre, provocano commozione e sdegno nei partecipanti all’incontro: visibile il coinvolgimento durante l’ascolto delle parole del cacique, tradotte da Don Aldighieri che ben conosce la realtà brasiliana. Numerose poi le domande di approfondimento e gli interventi per individuare possibili azioni di solidarietà, come ad esempio, l’adesione alla Campagna di pressione sulle autorità brasiliane perché si ponga fine al genocidio, come richiesto nel ’16 anche dal CIMI (Consiglio Indigenista Missionario): ”La terra per gli indigeni non è un bene economico, è uno spazio sacro, perché è madre, è vita”. Incombe sui Guarani-Kaiowà, ora, anche la proposta di un emendamento costituzionale per ridurre dal 13% al 2,6% del territorio nazionale l’area di loro appartenenza. A tutti noi l’invito ad accogliere l’appello e a contattare le realtà, anche cremonesi, impegnate nella Campagna.
Daniela Negri
Approfondimenti
- La missione di Ládio Veron di Aldo Zanchetta
Chi pensa di potersi unire in qualche modo alle azioni che si stanno intraprendendo, può iscriversi alla mailing list reteguaranit@googlegroups.com contattando reteguaranit@gmail.com
Chi volesse conoscere di più la situazione del popolo guarani-kaiow, può guardare il film La terra degli uomini rossi, nel quale il regista argentino Marco Bechis ha narrato (2008) con sensibilità e in modo non convenzionale una vicenda vera del popolo kaiowá. Il protagonista del film, Ambrosio, è stato assassinato nel 2013. Qui trovate la versione italiana su you tube. - Nel Brasile degli scandali e dei politici corrotti, l’oligarchia dei proprietari terrieri ha assunto il potere e sta smantellando l’apparato giuridico che aveva sancito i diritti dei popoli indigeni, ad iniziare dal diritto alla terra. La vicenda che vede coinvolti i Guarani Kaiowá del Mato Grosso del Sud è soltanto uno dei tanti esempi possibili. In questo breve videoappello ne parla il cacique Ládio Veron (Ava Taperendi), il cui padre venne assassinato nel 2003 dai sicari dei latifondisti. / por – di Paolo Moiola (2017).
- Dove un indio non vale una vacca, di Paolo Moiola
- Brasile grida perdute nell’indifferenza, di Paolo Moiola
Galleria fotografica dell’incontro
Daniela Negri
Daniela Negri, già docente di Lettere presso il Liceo scientifico “ASELLI”, volontaria per il MLAL – ONG di VERONA – in progetti di Cooperazione internazionale in America Latina, socia fondatrice della Cooperativa NONSOLONOI e Presidente della stessa dal 1995 al 2005, coordinatrice dei Corsi sulle Economie alternative promossi dalla Cooperativa in città dal 1997 al 2004 , Responsabile del Gruppo Missionario della Parrocchia di S. ABBONDIO, docente di Corsi di lingua e cultura italiana presso l’Associazione Latinoamericana – ALAC – di Cremona .