Un altro Natale si avvicinava. Un povero taglialegna aveva deciso di regalare un bell’abete al suo bimbo, come albero di Natale. Cosi’una notte, mentre il figlio dormiva, si addentrò in un bosco pieno di alberi di ogni tipo. Mentre picchiava sodo sulla dura corteccia di un grosso pino, la scure gli scivolò via dalle mani infreddolite e cadde nel fiume vicino. Non sapendo nuotare e temendo di aver perduto la sua unica fonte di guadagno, si mise a piangere, seduto sulla sponda. Uno gnomo, di guardia nel bosco, lo stava spiando in silenzio e, saputa la ragione del suo pianto, si impietosì; fece un tuffo nel fiume e portò su un’accetta d’oro, chiedendo al taglialegna se era quella che aveva perduto. L’uomo rispose di no, e lo gnomo, tuffatosi di nuovo, ne portò sù una d’argento; e poiché l’uomo dichiarava che non era nemmeno quella, si tuffò una terza volta e gli portò fuori la sua. Allora il taglialegna disse che si trattava veramente di quella che aveva perduta, e lo gnomo, soddisfatto della sua onestà, gliele regalò tutte e tre. Il boscaiolo un giorno raccontò l’accaduto agli amici, e uno di essi pensò di poterne ricavare un profitto. Andò cosi’ al fiume, gettò a bella posta la sua accetta nell’acqua e poi si sedette lì, facendo finta di piangere. Anche a lui comparve lo gnomo e, informatosi del motivo del suo pianto, si tuffò e portò sù a lui pure un’accetta d’oro, chiedendogli se era quella che aveva perduta. “Ma sì, certo che è quella!”, rispose l’altro, esultante. Lo gnomo, indignato da tanta sfacciataggine, non solo si tenne l’accetta d’oro, ma non gli riportò nemmeno la sua.