Ma quando facevo il pastore
allora ero certo del tuo Natale.
I campi bianchi di brina,
i campi rotti dal gracidio dei corvi
nel mio Friuli sotto la montagna,
erano il giusto spazio alla calata
delle genti favolose.
I tronchi degli alberi parevano
creature piene di ferite;
mia madre era parente
della Vergine,
tutta in faccende,
finalmente serena.
Io portavo le pecore fino al sagrato
e sapevo d’essere uomo vero
del tuo regale presepio.
David Maria Turoldo
David Maria Turoldo (Coderno di Sedegliano, Udine, 22 novembre 1916 – Milano, 6 febbraio 1992), religioso italiano dell’Ordine dei Servi di Maria, è stato un poeta, un saggista ed uno dei più rappresentativi esponenti del rinnovamento del cattolicesimo della seconda metà del ‘900, il che gli valse il titolo di “coscienza inquieta della Chiesa”.
Padre David Maria Turoldo, come si intuisce leggendo le sue biografie e, ancor più, le sue opere, non è stato un uomo qualsiasi nè un sacerdote facile. Non lo è stato per se stesso, non lo è stato per la Gerarchia (nè quella socio-politica, nè quella ecclesiastica), non lo è stato per quanti lo frequentavano. Uomo forte, tenace, convinto; friulano di famiglia contadina poverissima, nono di dieci fratelli, dove ha ricevuto una fede intensa, severa, incrollabile. Anima sempre tormentata, combattiva, accesa al fuoco dello Spirito Santo, Servo di Maria sempre, fino all’ultimo istante della sua esistenza.
“Padre David”, ha scritto Carlo Bo, “ha avuto da Dio due doni: la fede e la poesia. Dandogli la fede gli ha imposto di cantarla tutti i giorni”. E David Maria Turoldo ha continuato a cantare, fino all’estremo….”.
(Dal libro ” David Maria Turoldo – Ultime poesie (1991-1992)”, edito da Garzanti.
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