La notte del suo primo parto
era stata fredda. Ma coll’andar degli anni
non si ricordò più
del gelo fra le travi angosciose e le fumide stufe,
della nausea che segue al parto subito prima dell’alba.
Ma soprattutto dimenticò l’amara vergogna
di non esser sola
che è sorte dei poveri.
In particolare per questa ragione
coll’andar degli anni ne venne una festa
dove nulla mancava.
rozze chiacchiere dei pastori tacquero.
Più tardi la storia ne fece dei re.
Il vento freddissimo
diventò canto di angeli.
E del buco del tetto, da cui entrava il gelo, rimase solo
la stella ad occhieggiare.
Tutto ciò
proveniva dal volto di suo figlio: era leggero,
amava il canto,
chiamava a sé i poveri
e aveva l’abitudine di vivere insieme ai re
e a scorgere sul suo capo, la notte, una stella.