Che notte difficile è mai questa, caro Gesù Bambino!
Sono qui ad aspettare un sonno che non arriva e intanto penso e penso… penso che tra pochi giorni arriverai tu… e io non ho ancora fatto il presepe.
Così inizio a contare le pecore. E, siccome il sonno ancora non arriva, mentre le conto le guardo bene, una ad una, dandogli anche un nome e chiedo loro se vorrebbero far parte del mio presepe. Neppure una dice di no e così, nel giro di pochi minuti, davanti ai miei occhi (spalancati nel buio) c’è un gregge che forma una grande nuvola bianca e bela. Bela per dirmi che le pecore non sono sufficienti, che serve anche altro per fare un presepe come si deve. Hanno ragione: serve almeno una capanna a cui guardare. Serve un punto preciso dove poter indirizzare uno sguardo e l’attesa!
E così nasce un nuovo pensiero, un desiderio che si fa strada in questa notte insonne: vorrei fare un presepe di nuvole! E il gregge, che mi ha ispirato questo pensiero, ora bela soddisfatto perché un presepe di nuvole si può fare anche in una notte come questa… e per domattina sarà pronto.
Mi metto all’opera.
Cerco nei ricordi le nuvole che ho trovato nei mesi scorsi guardando il cielo (quante volte ho guardato il cielo nell’ultimo anno!) e ne trovo subito alcune bellissime, colorate di mille sfumature di rosa, viola e giallo. Sono lunghe e appena increspate dal vento di un tramonto d’autunno e le riguardo nella mia memoria restando incantata come quella sera che si presentarono davanti a me, che me ne stavo appoggiata al davanzale della mia finestra preferita.
“Saranno la base del mio presepe” dico alle pecore e loro per tutta risposta salgono su queste nuvole colorate e belano ancor più soddisfatte, come se fossero nel pascolo migliore del mondo. Ma forse lo è.
Allora continuo la mia ricerca e trovo nei miei ricordi una nuvola che cerca di coprire la luna piena in una limpida notte d’agosto. Oh… quanto era stato bello guardare quella nuvoletta solitaria che si divertiva a voler nascondere la luna senza riuscirci! “In un presepe serve anche lo sfondo del cielo… ci metterò quel cielo di agosto con la luna piena e quella nuvoletta un po’ ribelle!” Dico. E le pecorelle ancora una volta approvano tutte insieme.
E per costruire la capanna?
Cerco, cerco, continuo a cercare nei ricordi… e alla fine trovo delle nuvole bianche, tutte in fila in un cielo azzurrissimo di aprile. Le rondini danzano attorno a loro, che sembrano disegnate dalle mani di un bambino.
“Saranno i mattoni della mia capanna” dico alle pecore e loro per tutta risposta prendono queste nuvolette dalla mia memoria e iniziano a spostarle, un po’ con il muso e un po’ con le zampe, per creare una piccola e semplice casetta. E mi accorgo che le seguono anche le rondini! Così il risultato finale è una capanna che sembra fatta di morbido cotone, attorno alla quale garriscono questi uccelli che volano felici sfiorando le pecore, le nuvole colorate dal tramonto e la luna piena con la nuvola solitaria. Per la mangiatoia, per la tua culla caro Gesù Bambino, metto una nuvola che avevo trovato camminando in montagna. Si era infilata tra i rami degli alberi del bosco in un giorno che minacciava pioggia. Era leggera e sembrava morbida… andrà bene. Profuma di pini e di terra buona e la appoggio delicatamente nella capanna perché possa accoglierti e custodirti, quando arriverai. Presto.
Arriva presto!
Le pecore belano soddisfatte. Guardano insieme a me verso la capanna, verso la mangiatoia… poi cala il silenzio.
Anche il mio sonno alla fine è arrivato ed è un sonno lieto perché anche quest’anno ho fatto il mio presepe. E perché in quelle nuvole resta impigliata la meraviglia del mio sguardo davanti a momenti di bellezza inaspettati, dipinti nel cielo in stagioni diverse, di giorno, di sera e di notte… perché Dio non riposa mai e mai si stanca di regalarci la bellezza delle piccole cose che curano l’anima.
Ti aspetto, Gesù Bambino. Ti aspetto!
Rossella Galletti