La liturgia dell’Avvento suppone una meta, una speranza, il Cristo e il suo regno. Percorso che si propone a ogni uomo. Ungaretti nella brevissima lirica Dannazione si chiedeva:
“Chiuso fra cose mortali (anche il cielo stellato finirà), perché bramo Dio?”
Riporto, a inizio di questo cammino che ci porterà al Natale, questa preghiera di David Maria Turoldo di cui il 22 novembre abbiamo ricordato il centenario della sua nascita, che bene esprime il senso dell’avvento.
Salva la tua creatura, Signore, l’uomo che porta l’immagine tua: uomini schiavi, oppressi, malati, uomini senza nessuna speranza, turbe di Lazzari intorno ai palazzi, morenti in mezzo ai deserti! Ed altri uomini empi e rapaci, tutti in peccato, sedotti e perduti, e leggi ingiuste, torture, violenze e sempre il giusto che paga e muore: fa’ della Chiesa un paese di liberi, una splendida città di salvati.
David Maria Turoldo, Chiesa che canta, Bologna 1975, p. 110.
David Maria Turoldo
David Maria Turoldo (Coderno di Sedegliano, Udine, 22 novembre 1916 – Milano, 6 febbraio 1992), religioso italiano dell’Ordine dei Servi di Maria, è stato un poeta, un saggista ed uno dei più rappresentativi esponenti del rinnovamento del cattolicesimo della seconda metà del ‘900, il che gli valse il titolo di “coscienza inquieta della Chiesa”.
Padre David Maria Turoldo, come si intuisce leggendo le sue biografie e, ancor più, le sue opere, non è stato un uomo qualsiasi nè un sacerdote facile. Non lo è stato per se stesso, non lo è stato per la Gerarchia (nè quella socio-politica, nè quella ecclesiastica), non lo è stato per quanti lo frequentavano. Uomo forte, tenace, convinto; friulano di famiglia contadina poverissima, nono di dieci fratelli, dove ha ricevuto una fede intensa, severa, incrollabile. Anima sempre tormentata, combattiva, accesa al fuoco dello Spirito Santo, Servo di Maria sempre, fino all’ultimo istante della sua esistenza.
Padre David”, ha scritto Carlo Bo,
“ha avuto da Dio due doni: la fede e la poesia. Dandogli la fede gli ha imposto di cantarla tutti i giorni”.
E David Maria Turoldo ha continuato a cantare, fino all’estremo….”.
(Dal libro ” David Maria Turoldo – Ultime poesie (1991-1992)”, edito da Garzanti.
Approfondimenti
Per approfondire