Paul Auster
L’esatta frase “Racconto di Natale” comportava spiacevoli associazioni per me, evocando insopportabili sfoghi di miele e melassa. Anche nella migliore delle ipotesi i racconti natalizi erano non più che sogni di appagamento, favole per adulti, e che possa essere dannato se avessi permesso a me stesso di scrivere qualche cosa del genere. E ancora come potrebbe qualcuno prefiggersi di scrivere una storia di Natale non sentimentale?
Paul Auster, Il racconto di Natale di Auggie Wren
Poste queste premesse come è possibile cimentarsi nella stesura di un racconto di Natale? Una narrazione che eviti “sfoghi di miele e melassa“. Quanti racconti sentimentali riempiono il periodo natalizio, narrazioni costruite come “favole per adulti” che vorrebbero ancora una volta assaporare la magia di quando erano bambini. E’ possibile proporre al lettore una riflessione sulla festa del natale non esplicitandolo ma rispettando il messaggio evangelico? Impresa improba. Meglio evitare.
Eppure credo che Auster, scrittore statunitense, “ebreo ma ateo” come ebbe a dire in un’intervista, abbia donato ai lettori del New York Times (e a tutti i lettori) un racconto per nulla scontato e banale, oltre i soliti cliché, un testo avvincente che coinvolge e porta a pensare. Perché in fondo la differenza non risiede tanto nel ‘credere’ o nel ‘non credere’ ma nel prendere sul serio domande fondamentali e cercare delle risposte (Bobbio-Martini). Credenti e non credenti dovrebbero essere accomunati da questa tensione. Per nulla scontato che ciò avvenga.
Dal punto di vista letterario lo trovo avvincente e geniale e l’attenzione con cui i ragazzi (adolescenti) vengono catturati e seguono la storia lo conferma.
Lo propongo anche nella traduzione italiana trentun anni dopo la sua uscita sulla celebre testata newyorchese, rinnovata occasione per vivere la festa del Natale all’insegna della riflessione offerta a tutti coloro che vogliano lasciarsi coinvolgere e interpellare.
Fino a che c’è qualcuno che ci crede non esiste storia che non può essere vera.
Paul Auster, Il racconto di Natale di Auggie Wren
Paul Auster, Il Racconto di Natale di Auggie Wren (1990)
Tempo di lettura 13 minuti
Paul Auster, Auggie Wren’s Christmas Story
Articolo originale sulla pagina del New York Times
https://www.nytimes.com/1990/12/25/opinion/auggie-wrens-christmas-story.html
Alcune piste di riflessione
- Il racconto di Auggie inizia con un furto. Ci troviamo di fronte ad un ladro. Poche righe e quel “ladro” diventa agli occhi del narratore una “persona che ruba“. Il passaggio da sostantivo ad aggettivo qualificativo avviene grazie alle fotografie trovate nel portafogli. Passaggio non da poco. Cambiamento di prospettiva fondamentale. Non un aggettivo omnicomprensivo ma una persona che ha commesso uno sbaglio, dove l’accento è sul termine persona, dunque qualcosa di molto più vasto e articolato. “una situazione temporanea, di emergenza o di errore, rischia di diventare uno status definitivo, finendo con il crocifiggere persona e dignità. Tu sei diventato il tuo errore, e questo è essere ingiusti anche nei confronti di Dio.” (Papa Francesco, Dei vizi e delle virtù, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2021)
- Auggie non sporge denuncia per il furto subito. Poteva farlo. Aveva gli elementi per farlo. Le fotografie gli hanno fatto cambiare prospettiva. Hanno aperto lo sguardo sulla persona. IL quadro si è arricchito di elementi. Con la sua scelta ha “discretamente” lasciato una porta aperta a quel ragazzo. A lui cogliere l’occasione. Denunciarlo lo avrebbe marchiato per sempre. Nessuna certezza che il suo gesto possa servire. Una scommessa. La vita è fatta di scommesse e opportunità che si riescono a cogliere oppure no. L’importante è averle, potersele giocare. Interessante il contrasto con la prima pagina di giornale che cattura l’attenzione di Auggie mentre aspetta che Paul si sieda di fronte a lui ad ascoltare il suo racconto. «I problemi sono solo delle opportunità con delle spine sopra» (H. Miller)
- In realtà nel racconto i ladri sono due e, forse, l’adulto che ha un lavoro e ruba ad una vecchia, sola, cieca, ha meno attenuanti di un adolescente. “Situazioni temporanee di errore” possono appartenere a tutti. Auggie non avrebbe mai pensato di poter diventare un ladro. Invece è accaduto. “il peccato è accovacciato alla tua porta” (Gn 4,7).
- La solitudine è un centro narrativo ma anche esistenziale attorno al quale ruotano i due personaggi, Auggie e l’anziana. Le festività, soprattutto quelle natalizie acuiscono il senso di isolamento, fungono da aspetto amplificatore di una realtà concreta, l’essere soli, e/o affettiva, sentirsi soli. Spesso vanno a braccetto. Rispetto ad una comunità (quartiere, paese, città,…) in festa e unita da vincoli affettivi, non aver nessuno con cui condividere la giornata e un pranzo/cena mette a nudo la propria condizione. Qui abbiamo due solitudini che si incontrano e generano solidarietà reciproca.
- Senza apertura non c’è incontro. Apertura allo sconosciuto, all’inedito che permette un arricchimento vicendevole. “Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli.” (Eb 13,2) ricorda la scrittura pensando ad Abramo alle querce di Mamre (Gn 18). La nonna e Auggie hanno un atteggiamento di apertura vicendevole. Senza questa apertura la loro sarebbe stata una giornata vuota. Certo, aprirsi implica anche affidarsi e correre un rischio. Nessuna certezza.
- Nel racconto di Auster abbiamo due feste di natale, il 1972 (il racconto di natale di Auggie) e il 1990 (Auggie che racconta a Paul) con diverse analogie, perlomeno dei richiami: un pranzo, tempo dedicato reciprocamente, un’amicizia solidale…
Biografia
Auster ⟨òostë⟩, Paul. – Scrittore statunitense (n. Newark, New Jersey, 1947), ha incentrato la propria poetica sul caso che domina l’universo, come nella New York trilogy, parodia postmoderna del romanzo poliziesco, e sull’attenzione per l’inverosimile (In the country of last things e Mr Vertigo). Si è dedicato anche alla poesia, alla saggistica e alle sceneggiature cinematografiche. [Treccani]
Versione illustrata
Paul Auster, Christmas story. Il Natale di Auggie Wren
Editore: Motta Junior
Collana: I velieri
Illustratore: Claverie J.
Traduttore: Legati I.
Data di Pubblicazione: ottobre 2009
EAN: 9788882790325
ISBN: 8882790320
Pagine: 32
Smoke
Esordio alla sceneggiatura dello scrittore Paul Auster in un film che propone cinque episodi di cui uno, Auggie, è basato sul racconto “Il Natale di Auggie Wren” sempre dello stesso autore.
Regia di Wayne Wang, Paul Auster con Harvey Keitel, William Hurt, Forest Whitaker, Stockard Channing, Ashley Judd, Victor Argo.
Genere Drammatico, – USA, 1995, durata 100 minuti.
Nel 1995 il film ha vinto l’Orso d’argento, gran premio della giuria al festival di Berlino.