A mo’ di preghiera
Manda, Signore, ancora profeti,
uomini certi di Dio,
uomini dal cuore in fiamme.
E Tu a parlare dai loro roveti
sulle macerie delle nostre parole,
dentro il deserto dei templi:
a dire ai poveri
di sperare ancora.
Che siano appena tua voce,
voce di Dio dentro la folgore,
voce di Dio che schianta la pietra.(D.M. Turoldo, Manda, Signore, ancora profeti – in O sensi miei… Poesie 1948-1988
Balducci. Come lo ha recentemente definito l’amico p. Ronchi, Turoldo fu “cantore del Dio che non ammette compromessi” e come tale esercitò la parresia cristiana all’interno della Chiesa e della società, partecipando alla Resistenza, denunciando l’oppressione dei “Faraoni” di turno, le solitudini delle moderne
città, il tradimento delle istituzioni laiche e religiose. Innamorato della vita e cultore dell’amicizia, pagò di persona posizioni ideali e scelte pastorali che precorrevano il Concilio Vaticano II, di cui fu entusiastico sostenitore. Affermava infatti: “Non si comprenderà mai abbastanza il dono del Concilio alla Chiesa: la sua opportunità indifferibile, la provvidenzialità della sua impostazione.” Liberando la Parola da ogni “sequestro ecclesiastico”, suscita reazioni contrapposte, di consenso e condanna, già negli anni milanesi della “Corsia dei Servi” e della predicazione in Duomo, così da incorrere nell’ordine gerarchico imposto ai suoi Superiori : “Fatelo girare, perché non coaguli!”. Le molteplici tappe del suo “esilio” lo portano a conoscere realtà europee ed extra-europee, sempre a contatto con “gli ultimi” della Terra. Padre Turoldo, che ha conosciuto la povertà nel Friuli della sua infanzia, – terra di miseria contadina e di emigrazione, realisticamente descritta nel suo film “Gli ultimi” (‘62) – non concepisce un “divino che non faccia fiorire l’umano”.
I cristiani sono per lui “inventori di strade, non esecutori di ordini o ripetitori di dogmi”, perché ogni “strada del mondo è Galilea”: per questo la strada e il vento sono nelle sue poesie simboli della libertà dello Spirito. Si appassiona all’esperienza di Nomadelfia ed è tra i primi in Italia a dare voce alle novità teologiche della Chiesa latinoamericana, alle vittime delle dittature e alle lotte dei popoli indigeni. Le sue poesie per Frei Tito e Oscar Romero, la solidarietà al poeta e sacerdote nicaraguense Ernesto Cardenal – di cui traduce il poema “Quetzacoatl, Il serpente piumato” -, e l’incontro con l’india Rigoberta Menchù sonosegni di una vicinanza profonda alle “periferie del mondo”, pure testimoniata dal suo costante impegno per la pace. Anche la scrittura poetica è parte integrante della sua vocazione e si alimenta della frequentazione assidua dei testi biblici: i Salmi – ripetutamente tradotti -, Il Cantico, Giobbe e Qohelet i libri più amati. La sua opera si colloca a pieno titolo nel panorama della letteratura religiosa del ‘900, più volte premiata, apprezzata da intellettuali ed amici del calibro di Ungaretti, Santucci, Bo, Luzi, Merini, in dialogo con la ricerca di Pasolini e Zanzotto, – suoi conterranei -, ricondotta dalla critica alla forza espressiva delle Laudi jacoponiche. A confermare questa “coincidenza e inscindibilità tra vocazione alla parola e testimonianza della Parola” (Giudici), è lo stesso Turoldo:
“La vera, la grande poesia, finisce sempre inpreghiera: appunto, la vita stessa è un atto di fede. Per me la poesia è lo stesso che continuare a pregare, a vivere, a respirare.”
“E’ l’Oggi di Dio nella mia esistenza, che io devo scoprire e comunicare, altrimenti anche Dio è un’evasione”:
Biografia di Padre Turoldo
1935
1940
1941-53
1952-53
1959-1962
1962-1989
1989-1991
1992
Opere poetiche
- Io non ho mani ‘48
- Udii una voce ‘52
- Preghiere tra una guerra e l’altra ‘55
- Il Sesto Angelo’76
- Lo scandalo della speranza ‘78,’84
- Il grande Male’ 1987
- Come possiamo cantarti, o Madre? ’52-’87
- Nel segno del Tau ‘88
Raccolte di versi
- “O sensi miei” ‘90, 2010;
- “Ultime Poesie” (1991-1992) ‘99,’12;
- Nel lucido buio ‘02
Raccolte di omelie
- Il fuoco di Elia profeta ‘93
- Dialogo tra cielo e terra ‘94
Traduzioni:
- I Salmi’73; Lungo i fiumi (con Ravasi) ‘87;
- Quetzalcoatl (di E. Cardenal-Nicaragua) ‘89
Saggi:
- Uno solo è il Maestro ‘72;
- Il mio amico Don Milani ‘77,
- Dialogo sulla tenerezza ‘85;
- Mia Chiesa ‘98
Daniela Negri
Daniela Negri, già docente di Lettere presso il Liceo scientifico “ASELLI”, volontaria per il MLAL – ONG di VERONA – in progetti di Cooperazione internazionale in America Latina, socia fondatrice della Cooperativa NONSOLONOI e Presidente della stessa dal 1995 al 2005, coordinatrice dei Corsi sulle Economie alternative promossi dalla Cooperativa in città dal ’97 al 2004 , Responsabile del Gruppo Missionario della Parrocchia di S. ABBONDIO, docente di Corsi di lingua e cultura italiana presso l’Associazione Latinoamericana – ALAC – di Cremona .