Presentazione dell’Ora di religione cattolica per l’anno scolastico 2018/19.
“Ciò che si impara a scuola non riguarda le mura dell’aula scolastica ma riguarda la vita”. “Non si impara per il voto ma per acquisire strumenti critici nei confronti della realtà che ci circonda”. “Dobbiamo coltivare una sana curiosità che ci spinge a comprendere la complessità del mondo circostante”. Che bella una scuola con queste caratteristiche! Difficile rendere concrete queste istanze nel quotidiano lavoro d’aula. Nella nostra società, che sta sempre più svuotando la scuola come agente simbolico di valore, proporre l’attività scolastica come occasione di incontro, di cultura, di conoscenza, di un “sapere” che ha “sapore”, di confronto rispettoso è sempre più impresa titanica. L’ora di religione in questo contesto culturale, con la sua specificità, che ruolo può svolgere? Non ci sono risposte facili né ricette vincenti; forse, ampliando il campo d’azione, aprendo le finestre sul mondo, non fermandosi sui banchi di scuola, l’ora di religione può diventare uno spazio e un tempo incredibilmente vario e stimolante. Un esempio può aiutarci a capire. Si tratta di un’attività interdisciplinare, svolta con più classi, che, partendo da quello che i ragazzi e le ragazze vedono quotidianamente, mentre camminano per venire a scuola o passeggiano con gli amici, sappia provocare domande e portarli alla ricerca di risposte. Abbiamo iniziato con una breve passeggiata nel centro storico della città di Cremona alla ricerca di “quell’amichevole conversatione” che per molti era diventata normalità di rapporti e per altri pericolosa consuetudine da avversare. Parliamo del ‘500, cinque secoli fa, sembra di leggere le cronache di oggi. Abbiamo scrutato con gli occhi di una persona del XVI sec. alcune vie, la controfacciata del Duomo con la crocifissione del Pordenone, i giardini pubblici. La storia che ci raccontano non è relegata in un passato lontano ma ci aiuta a capire il nostro presente. Pochi cenni, soprattutto l’esperienza viva dell’osservare in situazione. Le vie, le piazze, i monumenti, raccontano passioni, scontri, incontri avvenuti e mancati, chiusure e aperture, entusiasmi, gioie e dolori. Strade e monumenti, che spesso sono solo lo scenario del nostro quotidiano, oramai scontato, iniziano a narrare, a svelare, una storia. Scopriamo la presenza di una vivace, sia culturalmente sia economicamente, minoranza etnica e religiosa come quella degli ebrei, l’apparire di nuove forme di vivere il cristianesimo con il vento della riforma protestante che soffiava anche su Cremona tanto da attirare un folto gruppo di concittadini nella Ginevra di Calvino. Il rapporto e il confronto con chi è diverso da noi (provenienza, cultura, religione, orientamento sessuale…) è sempre stato un tema e una sfida che ha attraversato tutte le società, la storia di ogni cultura e delle religioni. A noi conoscere e capire cosa è accaduto e farne tesoro per costruire una società, quella in cui viviamo, che sia più giusta per tutti. In classe continuiamo con un laboratorio di ricerca dove gli alunni sono protagonisti attivi, il sapere è costruito e non dato, se possibile si sfruttano anche le potenzialità della rete, del web, che, se usate bene, sono una ricchezza e comunque rappresentano strumenti che la scuola deve educare ad usare. Religione cattolica, un’ora la settimana, un tempo breve che sembra perdersi nel via vai di materie e iniziative. Non servono “abbuffate” se si offre “sapore”, ma potrebbe comunque essere una proposta che segnerà per sempre.
Antonio Ariberti