Lettera a Giuseppe
Caro San Giuseppe, scusami se approfitto della tua ospitalità e, con una audacia al limite della discrezione, mi fermo per una mezz’oretta nella tua bottega di falegname per scambiare quattro chiacchiere con te…
Inizia così questo bellissimo e denso testo di Don Tonino Bello dedicato alla figura di San Giuseppe. Oggi, 19 marzo, nel giorno in cui lo ricordiamo come santo e con lui si festeggiano tutti i papà propongo il testo completo del Vescovo di Molfetta in forma audio.
Audio
Ascolta l’audio completo della lettera a Giuseppe che don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta, scrive a San Giuseppe. (registrazione effettuata ad Assisi nel Dicembre 1987 del brano “La Carezza di Dio”, legge don Tonino)
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Il culto di S.Giuseppe
- Il culto per San Giuseppe compare in Oriente nell’VIII-IX secolo ed in Occidente solo nell’XI.
- In Oriente la festa cadeva la domenica prima o dopo il Natale; presso i Copti era il 20 luglio, mentre in Occidente, nel tempo, si stabilì il 18 marzo.
- La diffusione della devozione per il Santo è ancora più tarda e, pur risalendo in Occidente al XIV secolo, si incrementò soprattutto col Concilio Vaticano I che, nel 1870, lo dichiarò Patrono della Chiesa Cattolica.
Don Tonino, biografia
Mons. Antonio Bello è nato ad Alessano (LE) il 18 marzo 1935. Entrato da ragazzo nel Seminario Vescovile di Ugento, ha poi frequentato il Pontificio Seminario Regionale di Molfetta e il Seminario ONARMO di Bologna.
E’ stato ordinato sacerdote l’8 dicembre 1957 dal Vescovo di Ugento, Mons. Giuseppe Ruotolo.
Ha conseguito la Licenza in S.Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e il Dottorato presso la Pontificia Università Lateranense. Nella sua diocesi d’origine è stato nominato dapprima Vice Rettore e poi Rettore del Seminario Vescovile, Direttore dell’Ufficio Pastorale, Parroco della Parrocchia del S.Cuore di Ugento e infine della parrocchia della Natività della Beata Vergine Maria di Tricase. Il 10 agosto 1982 Giovanni Paolo II lo ha eletto Vescovo di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi, e il 30 settembre 1982 Vescovo di Ruvo. Il suo ministero pastorale è stato ben sintetizzato dal versetto del Salmo 32 prescelto a motto episcopale: “Ascoltino gli umili e si rallegrino”.
E’ stato dalla parte dei poveri, dei senza-casa, degli immigrati, degli ultimi. Campione del dialogo e costruttore infaticabile di pace, nel 1985 è stato nominato Presidente nazionale di Pax Christi. In tale veste ha girato il mondo, proclamando la Parola di Dio e compiendo gesti di riconciliazione, come l’ingresso in Sarajevo ancora in guerra, dove ha profetizzato la nascita di un’ONU dei popoli capace di affiancare quella degli Stati nel promuovere esiti di pace.
Nel 1992 gli è stata conferita la cittadinanza onoraria delle città di Molfetta e di Reggio Emilia, e nel 1993 quella di Tricase. Ha pubblicato numerosissime opere in volume e più ancora ne ha compiute, testimoniamdo la carità di Cristo. E’ morto a Molfetta, il 20 aprile 1993, in fama di santità.
Ai funerali hanno partecipato decine di migliaia di persone accorse dall’Italia e dall’estero. Il cimitero di Alessano, dove oggi riposano le sue spoglie, è costante meta di pellegrinaggio. Non si contano le persone, i gruppi, le comunità che si ispirano al suo messaggio; così come le scuole, le strade, le piazze, le realtà aggregative che si intitolano al suo nome. Molti attendono che la Chiesa promuova il processo canonico per la beatificazione.