Schmitt Éric-Emmanuel, Il Vangelo secondo Pilato

Il Vangelo secondo Pilato
Schmitt Éric-Emmanuel, Il Vangelo secondo Pilato

 

 

Ero logorato da un’usura: la fatica di dire qualcosa che nessuno voleva sentire, la fatica di parlare ai sordi, la fatica di creare dei sordi con la mia parola.
Ed è stato allora che Jehuda Iscariota ha cominciato ad assumere un’importanza sempre maggiore nella mia vita.
Diversamente dagli altri discepoli, Jehuda era originario della Giudea e non della Galilea. Più istruito degli altri, sapeva leggere e fare di conto. Lo abbiamo subito nominato tesoriere: le eccedenze delle elemosine ricevute le ridistribuiva ai poveri che incontravamo sul nostro cammino. In mezzo a quei semplici pescatori di Tiberiade spiccava per i suoi modi e il suo accento cittadino. Ci portava l’esotismo di Gerusalemme. Mi piaceva intrattenermi con lui e, ben presto, si guadagnò la fama di essere il mio discepolo preferito.
Credo di non aver mai amato un uomo in vita mia come ho amato Jehuda. Con lui, e con lui soltanto, parlavo del mio rapporto con Dio.
«Mi è sempre così vicino. Mi sta proprio accanto».
«Non è presente che per te e in te. Noi non lo troviamo».
«Devi sforzarti di più, Jehuda».
«Ci provo. Ci provo tutti i giorni. Ma io non trovo il pozzo senza fondo. D’altra parte non ne ho bisogno, dal momento che vivo al tuo fianco».
Mi aveva convinto di avere con Dio un rapporto diverso da quello degli altri uomini. Io non ero un rabbino perché nei testi non trovavo la luce. E non ero neppure un profeta perché testimoniavo senza annunciare nulla. Semplicemente, giudicavo il mondo e volevo rinnovarlo grazie alle mie immersioni nel pozzo.
«Non nasconderti dietro un velo, Jeshua. Sai benissimo cosa significa tutto ciò. Lo ha detto Giovanni il Battista davanti a tutti. Tu sei Colui che Giovanni ha annunciato: Il Figlio di Dio».
«Jehuda, ti proibisco di dire queste sciocchezze. Io sono il figlio di un uomo, non di Dio».
«Allora perché dici: “Padre mio”?».
«Smettila con questa farsa».
«Perché dici di trovarlo nel fondo di te stesso?».
«Non giocare con le parole. Se fossi il Messia, lo saprei».
«Ma tu lo sai. Ne hai la consapevolezza e i segni; solo che non vuoi vederli».
«Taci! Una volta per tutte, taci!».
Non credo che fosse lui il responsabile della diceria che si stava diffondendo. Certamente si era sviluppata da sola perché i Giudei, al pari di tutti gli uomini, vedono le cose in funzione dei loro desideri e delle loro aspettative. La diceria si gonfiava, enorme, terribile, sbalorditiva, si avventava sui tetti della Galilea più rapida della grandine di primavera: Jeshua di Nazareth era il Messia annunciato dai testi.

Il Vangelo secondo Pilato, EDIZIONI SAN PAOLO s.r.l., 2013, Piazza Soncino, 5 – 20092 Cinisello Balsamo (Milano), www.edizionisanpaolo.it


 

Il Vangelo secondo Pilato

Il Vangelo secondo Pilato è il secondo romanzo di Éric-Emmanuel Schmitt e rappresenta una delle sue opere più ammirate. Pubblicato nel 2000, è stato proposto anche a teatro e messo in scena in molti paesi.

Il libro è diviso in due sezioni, la prima delle quali dominata dalla figura di Jeshua. Questo giovane, attendendo la coorte che lo condurrà alla morte, viene preso da dubbi profondi; ripercorre la sua vita raccontando come sia diventato l’uomo ammirato e odiato che aspetta al Getsemani. Non ha la certezza di essere colui che gli Ebrei attendono e che i profeti hanno annunciato: solo sacrificandosi e morendo sulla croce può scoprire se la sua esistenza ha quel valore che tanti gli attribuiscono. L’idea meravigliosa e tragica di essere il Cristo si è costruita a poco a poco, attraverso episodi, senza approdare a una solida certezza. Jeshua è un uomo e come tale dubita, raccontando in prima persona i suoi sentimenti e le sue debolezze.
La seconda parte è il vero e proprio “Vangelo secondo Pilato”. Si tratta di un romanzo epistolare con tutte le caratteristiche del giallo: il procuratore romano, dopo aver messo a morte il “mago” Jeshua, deve affrontare i problemi causati dalla scomparsa del suo cadavere. Chi ha fatto sparire il corpo? Molti, a Gerusalemme, possono gioire di questa situazione: Giuseppe d’Arimatea, i pavidi discepoli di Jeshua e perfino il vecchio Caifa. Durante la ricerca Pilato dovrà più volte ricredersi, fino a mettere in discussione le sue convinzioni più profonde: «Prima ero un romano che sapeva; ora sono un romano che dubita. E mia moglie ride […]. “Dubitare e credere sono la stessa cosa, Pilato. Solo l’indifferenza è atea”».
Dalle pagine di questo libro traspare la grande forza narrativa dell’autore: «È stato facile descrivere il punto di vista di Pilato, un romano pragmatico e arrogante. Invece dire “Io, Gesù di Nazareth” e pronunciarlo in prima persona ha scatenato in me un lungo conflitto. Mi bloccava il fatto di essere credente […]. Sono partito ponendomi due regole: meditazione e preghiera. Andavo a cercare nel profondo di me, per trovare ciò che è più grande di me, sbarazzandomi del mio ego e delle preoccupazioni umane».
Non solo protagonisti: il romanzo è arricchito da personaggi secondari capaci di incarnare i diversi atteggiamenti possibili al cospetto del mistero pasquale. Il filosofo cinico Craterio, Claudia Procula, moglie del procuratore, l’inquieto Fabiano e il discepolo prediletto Jehuda formano una costellazione di individui che entrano in contatto con la vicenda divina con modalità anche diametralmente opposte. È in questa polifonia di voci che Schmitt riesce a esprimere la meraviglia di un grido che toglie il sonno a Pilato: «Il corpo è scomparso!».


 NOTA SULL’AUTORE

Eric-Emmanuel Schmitt External link è nato a St. Foy Les Layons nel 1960. Ha studiato musica e letteratura e si è laureato in filosofia presso la École Normale Supérieure nel 1983. Dopo aver ottenuto un dottorato nel 1987 è diventato “maître de conférences” all’Università di Chambéry. E’ autore di racconti, romanzi e di opere teatrali tradotte e rappresentate in tutto il mondo ed è considerato uno degli autori di maggior successo nel panorama della drammaturgia francese contemporanea.


 

Per acquistare il libro

Il Vangelo secondo Pilato on line External link


 

Riguardo a Pilato leggi anche
Friedrich Dürrenmatt, Pilato.

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