Centro Balducci 30/10/2014 – “San Francesco d’Assisi” con Massimo Cacciari
Paradiso, Canto XI
Il testo evidenziato riguarda direttamente Francesco d’Assisi.
Testo |
Parafrasi |
O insensata cura de’ mortali, quanto son difettivi silogismi quei che ti fanno in basso batter l’ali! 3 |
O desiderio folle degli uomini, quanto sono fallaci i ragionamenti che ti inducono a volgerti verso il basso (ai beni terreni)! |
Chi dietro a iura, e chi ad amforismi sen giva, e chi seguendo sacerdozio, e chi regnar per forza o per sofismi, 6 |
Chi seguiva gli studi giuridici, chi quelli medici, chi si dedicava al sacerdozio, chi cercava di regnare con la violenza o con l’inganno, |
e chi rubare, e chi civil negozio, chi nel diletto de la carne involto s’affaticava e chi si dava a l’ozio, 9 |
chi rubava, chi si dedicava agli affari politici, chi si lasciava andare ai piaceri carnali, chi all’ozio, |
quando, da tutte queste cose sciolto, con Beatrice m’era suso in cielo cotanto gloriosamente accolto. 12 |
quando io, libero da tutte queste lusinghe, venivo accolto con Beatrice in Cielo in maniera così gloriosa. |
Poi che ciascuno fu tornato ne lo punto del cerchio in che avanti s’era, fermossi, come a candellier candelo. 15 |
Dopo che ogni luce fu ritornata nel punto della corona in cui si trovava prima, si fermò, simile alla candela di un candelabro. |
E io senti’ dentro a quella lumera che pria m’avea parlato, sorridendo incominciar, faccendosi più mera: 18 |
E io sentii che dentro quella luce (san Tommaso) che prima mi aveva parlato, il beato ricominciava a parlare, perché sorridendo diventava più luminosa: |
«Così com’io del suo raggio resplendo, sì, riguardando ne la luce etterna, li tuoi pensieri onde cagioni apprendo. 21 |
«Poiché io risplendo del raggio della luce eterna (Dio), guardando in essa capisco da dove derivano le tue incertezze. |
Tu dubbi, e hai voler che si ricerna in sì aperta e ‘n sì distesa lingua lo dicer mio, ch’al tuo sentir si sterna, 24 |
Tu hai dei dubbi, e desideri che ti sia spiegato in un discorso aperto e chiaro quello che ho detto prima, in modo tale che sia comprensibile alla tua intelligenza, quando poco fa ho detto |
ove dinanzi dissi “U’ ben s’impingua”, e là u’ dissi “Non nacque il secondo”; e qui è uopo che ben si distingua. 27 |
“Dove ci si arricchisce di beni spirituali” e quando ho detto “Non nacque un altro uguale”; e qui è necessario operare una distinzione. |
La provedenza, che governa il mondo con quel consiglio nel quale ogne aspetto creato è vinto pria che vada al fondo, 30 |
La Provvidenza, che guida il mondo con quella saggezza (di Dio) nella quale la vista di ogni creatura si perde prima di arrivare al fondo (è inconoscibile), |
però che andasse ver’ lo suo diletto la sposa di colui ch’ad alte grida disposò lei col sangue benedetto, 33 |
affinché andasse verso il suo amato la sposa (Chiesa) di Colui (Cristo) che la sposò fra le alte grida col suo sangue benedetto (sulla croce), |
in sé sicura e anche a lui più fida, due principi ordinò in suo favore, che quinci e quindi le fosser per guida. 36 |
sicura si se stessa e ancora più fedele a Lui, dispose in suo favore due principi, che la guidassero da un lato e dall’altro. |
L’un fu tutto serafico in ardore; l’altro per sapienza in terra fue di cherubica luce uno splendore. 39 |
Uno (Francesco) fu pieno di ardore come i Serafini; l’altro (Domenico) per la sua saggezza in Terra fu uno splendore di luce come i Cherubini. |
De l’un dirò, però che d’amendue si dice l’un pregiando, qual ch’om prende, perch’ad un fine fur l’opere sue. 42 |
Parlerò solo del primo, poiché elogiando uno dei due (qualunque si scelga) è come se si parlasse di entrambi, in quanto le loro opere ebbero il medesimo fine. |
Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa d’alto monte pende, 45 |
Fra il fiume Topino e il Chiascio, che scorre dal monte Ausciano dove il beato Ubaldo pose il suo eremo, digrada la fertile costiera di un alto monte (il Subasio), |
onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole; e di rietro le piange per grave giogo Nocera con Gualdo. 48 |
dal quale Perugia sente il freddo e il caldo dal lato di Porta Sole; e dalla parte opposta piangono, perché in posizione più svantaggiosa, Nocera Umbra e Gualdo Tadino. |
Di questa costa, là dov’ella frange più sua rattezza, nacque al mondo un sole, come fa questo tal volta di Gange. 51 |
Da questa costiera, nel punto in cui essa diventa meno ripida (ad Assisi), nacque un Sole per il mondo (Francesco) come questo (il Sole vero e proprio) talvolta nasce dal Gange. |
Però chi d’esso loco fa parole, non dica Ascesi, ché direbbe corto, ma Oriente, se proprio dir vuole. 54 |
Dunque, chi parla di questo luogo, non lo chiami “Assisi”, poiché direbbe poca cosa, ma lo chiami “Oriente”, se proprio vuole parlarne. |
Non era ancor molto lontan da l’orto, ch’el cominciò a far sentir la terra de la sua gran virtute alcun conforto; 57 |
Non era ancora molto lontano dalla sua nascita, quando Francesco cominciò a riflettere in Terra la sua luminosa virtù; |
ché per tal donna, giovinetto, in guerra del padre corse, a cui, come a la morte, la porta del piacer nessun diserra; 60 |
infatti, ancora giovane, si scontrò col padre per una donna (la Povertà) alla quale nessuno vuole unirsi, come se fosse la morte; |
e dinanzi a la sua spirital corte et coram patre le si fece unito; poscia di dì in dì l’amò più forte. 63 |
e di fronte al tribunale episcopale e in presenza del padre le si unì in nozze; in seguito, l’amò sempre di più ogni giorno. |
Questa, privata del primo marito, millecent’anni e più dispetta e scura fino a costui si stette sanza invito; 66 |
Essa, privata del primo marito (Cristo), era rimasta per più di millecento anni da sola, disprezzata da tutti, fino a Francesco; |
né valse udir che la trovò sicura con Amiclàte, al suon de la sua voce, colui ch’a tutto ‘l mondo fé paura; 69 |
non le servì che gli uomini udissero che Cesare, che fece paura a tutto il mondo, trovasse la Povertà sicura al suono della propria voce, insieme al pastore Amiclàte; |
né valse esser costante né feroce, sì che, dove Maria rimase giuso, ella con Cristo pianse in su la croce. 72 |
e non le servì neppure essere fedele e fiera, al punto che, quando Maria rimase ai piedi della croce, lei invece pianse insieme allo sposo Cristo. |
Ma perch’io non proceda troppo chiuso, Francesco e Povertà per questi amanti prendi oramai nel mio parlar diffuso. 75 |
Ma affinché io non parli in modo troppo oscuro, intendi in tutto il mio discorso che questi amanti furono Francesco e la Povertà. |
La lor concordia e i lor lieti sembianti, amore e maraviglia e dolce sguardo facieno esser cagion di pensier santi; 78 |
La loro concordia, il loro lieto aspetto, l’amore, la meraviglia e il loro dolce sguardo producevano negli altri dei santi pensieri; |
tanto che ‘l venerabile Bernardo si scalzò prima, e dietro a tanta pace corse e, correndo, li parve esser tardo. 81 |
al punto che il venerabile Bernardo di Quintavalle fu il primo a togliersi le calzature e corse dietro a quella pace (seguì il santo) e, pur correndo, gli sembrava di essere lento. |
Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro dietro a lo sposo, sì la sposa piace. 84 |
O ricchezza sconosciuta! o bene fecondo! Egidio e Silvestro si tolgono anch’essi i calzari e seguono lo sposo (Francesco), tanto piace la sposa (Povertà). |
Indi sen va quel padre e quel maestro con la sua donna e con quella famiglia che già legava l’umile capestro. 87 |
In seguito quel padre e quel maestro se ne va (a Roma) con la sua donna e con la sua famiglia, che già cingeva i fianchi con l’umile cinto. |
Né li gravò viltà di cuor le ciglia per esser fi’ di Pietro Bernardone, né per parer dispetto a maraviglia; 90 |
E la viltà d’animo non gli fece abbassare lo sguardo, essendo figlio di Pietro Bernardone, né per essere tanto umile da suscitare meraviglia; |
ma regalmente sua dura intenzione ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe primo sigillo a sua religione. 93 |
ma svelò a papa Innocenzo III la sua severa Regola con atteggiamento regale, e da lui ebbe il primo avallo al suo Ordine. |
Poi che la gente poverella crebbe dietro a costui, la cui mirabil vita meglio in gloria del ciel si canterebbe, 96 |
E dopo che i seguaci poveri aumentarono dietro a Francesco, la cui vita ammirevole si canterebbe meglio a gloria del Paradiso, |
di seconda corona redimita fu per Onorio da l’Etterno Spiro la santa voglia d’esto archimandrita. 99 |
la volontà santa di questo pastore venne coronata dallo Spirito Santo con una seconda corona, attraverso papa Onorio III. |
E poi che, per la sete del martiro, ne la presenza del Soldan superba predicò Cristo e li altri che ‘l seguiro, 102 |
E dopo che, per desiderio del martirio, predicò Cristo e i suoi discepoli alla presenza superba del Sultano d’Egitto, |
e per trovare a conversione acerba troppo la gente e per non stare indarno, redissi al frutto de l’italica erba, 105 |
e dopo che, avendo trovato quei popoli restii alla conversione e per non stare lì invano, era tornato in Italia, |
nel crudo sasso intra Tevero e Arno da Cristo prese l’ultimo sigillo, che le sue membra due anni portarno. 108 |
sul monte della Verna tra Tevere e Arno ricevette da Cristo l’ultimo sigillo (le stimmate), che il suo corpo portò per due anni. |
Quando a colui ch’a tanto ben sortillo piacque di trarlo suso a la mercede ch’el meritò nel suo farsi pusillo, 111 |
Quando a Dio, che l’aveva destinato a un tale bene, piacque di chiamarlo in Paradiso alla ricompensa che egli aveva meritato nel farsi umile, |
a’ frati suoi, sì com’a giuste rede, raccomandò la donna sua più cara, e comandò che l’amassero a fede; 114 |
raccomandò ai suoi confratelli, come a legittimi eredi, la sua donna più cara (la Povertà) e comandò loro che l’amassero restandole fedeli; |
e del suo grembo l’anima preclara mover si volle, tornando al suo regno, e al suo corpo non volle altra bara. 117 |
e dal grembo della Povertà la sua anima illustre volle muoversi, tornando in Paradiso, mentre al suo corpo non volle altra bara che non fosse la nuda terra. |
Pensa oramai qual fu colui che degno collega fu a mantener la barca di Pietro in alto mar per dritto segno; 120 |
A questo punto puoi capire chi fu colui (san Domenico) che fu degno collega di Francesco nel mantenere la nave della Chiesa nella giusta rotta, in alto mare; |
e questo fu il nostro patriarca; per che qual segue lui, com’el comanda, discerner puoi che buone merce carca. 123 |
e questo fu il nostro patriarca; e chi lo segue attenendosi alla sua Regola, non può che imbarcare buona merce (arricchirsi spiritualmente). |
Ma ‘l suo pecuglio di nova vivanda è fatto ghiotto, sì ch’esser non puote che per diversi salti non si spanda; 126 |
Ma il suo gregge è diventato ghiotto di nuovi cibi (i beni terreni), per cui è inevitabile che si disperda in diversi pascoli; |
e quanto le sue pecore remote e vagabunde più da esso vanno, più tornano a l’ovil di latte vòte. 129 |
e quanto più le pecore se ne allontanano vagabonde, tanto più povere di latte tornano all’ovile. |
Ben son di quelle che temono ‘l danno e stringonsi al pastor; ma son sì poche, che le cappe fornisce poco panno. 132 |
Certo, ce ne sono alcune che temono il danno e si tengono strette al pastore (seguono la Regola), ma sono così poche che serve poco panno a confezionare le loro cappe. |
Or, se le mie parole non son fioche, se la tua audienza è stata attenta, se ciò ch’è detto a la mente revoche, 135 |
Ora, se le mie parole non sono oscure, se mi hai ascoltato con attenzione, se richiami alla tua mente quanto ho detto prima, |
in parte fia la tua voglia contenta, perché vedrai la pianta onde si scheggia, e vedra’ il corrègger che argomenta |
in parte il tuo desiderio sarà soddisfatto, perché vedrai da dove ha origine la corruzione dell’Ordine domenicano, e capirai la correzione che argomenta |
“U’ ben s’impingua, se non si vaneggia”». 139 | “Dove ci si arricchisce spiritualmente, se non si devia dalla Regola”». |
Branduardi
Divina Commedia, Paradiso, Canto XI – canzone contenuta nell’album L’infinitamente piccolo, EMI Music Italy 2000