Sabato 14 ottobre [2006 ndr], presso il Centro Pastorale, c’è stato il primo appuntamento de “I sabati della missione”. Il tema di quest’anno è Africa: continente dimenticato. Invitato per presentare l’argomento della serata: “l’Africa dimenticata”, Padre Giulio Albanese, missionario comboniano, fondatore ed ex direttore dell’Agenzia di stampa Missionaria MISNA (Missionary Service News Agency – www.misna.org ). Un prezioso strumento ‘per dare voce ai senza voce’, per passare dall’indifferenza alla visibilità. Per motivi di salute è stato sostituito da Padre Francesco Moretti, missionario comboniano originario di Mozzanica, che ha svolto la sua attività pastorale in Kenia e collabora, attualmente, con la rivista missionaria “Nigrizia”.
L’Africa dimenticata… dall’indifferenza alla visibilità
In una sala affollata, Padre Francesco ha presentato i tanti volti e le laceranti contraddizioni di un continente, quello africano, che a fatica trova spazio nei media di casa nostra e, quando questo avviene, spesso è per fatti di cronaca che vedono coinvolti nostri connazionali. Eppure l’Africa è a noi molto vicina, perché da sempre le ricchezze di cui abbonda sono necessarie per il nostro benessere. Continente a noi vicino quanto il nostro cellulare che utilizza un prezioso componente di cui essa Africa è esportatrice. Un paese che ha visto tramontare l’illusione di un progresso per decenni inseguito e vagheggiato soprattutto nei documenti delle grandi organizzazioni internazionali: un ragazzo africano oggi è molto più povero di quanto non lo fosse suo nonno e, forse, ha meno speranze, se non quella di emigrare in Occidente. Continente soffocato nella stretta tra interessi economici dei paesi più abbienti e le oligarchie, o peggio ancora le dittature che lo governano. Africa, che ha pure dei segnali di speranza, se è riuscita a non soffocare nel sangue della vendetta una drammatica esperienza come l’apartheid o il genocidio del Rwanda.
Africa che ha anche una Chiesa, ricca di risorse umane, di grande dinamicità, ma che dovrà avere coraggio nell’affrontare le grandi e drammatiche sfide derivanti dalle condizioni socio-economiche.
L’invito è per il prossimo appuntamento, sabato 4 novembre, con Teresina Caffi, docente di Sacra Scrittura a Bukavu, perché l’informazione è la prima forma di solidarietà.