Roberto Benigni, Italia, 1997, 120′
Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora sul finire degli anni ’30 della maestrina Dora, la corteggia in modi stravaganti, la sposa. Sei anni dopo nell’intervallo sono venute le leggi razziali (1938), la guerra e le deportazioni Guido con il figlioletto Giosuè parte per il campo di concentramento. Dora, che ebrea non è, li segue volontariamente. Per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. 6 film di Benigni regista, è il più ambizioso, difficile e rischioso e il migliore: 2 film in 1, o meglio un film in 2 parti, nettamente separate per ambientazione, tono, luce e colori essenziali i contributi della fotografia ma complementari: la 1a spiega e giustifica la 2a. Una bella storia d’amore, scritta con Vincenzo Cerami: prima tra un uomo e una donna, poi per un figlio, ma l’una è la continuazione dell’altra. Il frenetico dinamismo di R. Benigni è felicemente sfogato, la sua torrentizia oralità ora debordante ora dimezzata. Un’elegante leggerezza distingue G. Durano nel più riuscito dei personaggi di contorno. 5 Nastri d’argento, 7 nomination agli Oscar e 3 statuette (film straniero, attore per Benigni, musica per Nicola Piovani).