Schönberg Arnold: lettere a Wassily Kandinsky

Kandinsky Schoenberg © Schoenberg-Archiv
Kandinsky Schoenberg
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A Wassily Kandinsky 1

Mödling, 20 Aprile 1923

Caro Signor Kandinsky, se avessi ricevuto la Sua lettera un anno fa, avrei mandato all’aria tutti i miei principi, avrei rinunziato alla possibilità di poter finalmente comporre, e mi sarei lanciato allo sbaraglio nell’impresa. Confesso che ancor oggi ho esitato per un momento: tanto grandi sono tuttora in me il desiderio d’insegnare e la facilità agli entusiasmi. Ma non può essere. Quel che sono stato costretto ad imparare in quest’ultimo anno, infatti, mi è finalmente entrato in testa, e non lo dimenticherò mai. Cioè, che non sono un tedesco, un europeo, e forse neanche un essere umano (gli europei preferiscono a me i peggiori della loro razza), ma soltanto un ebreo.
Ne sono contento! Oggi non mi auguro più di essere un’eccezione; non ho nulla in contrario a che mi si metta alla stessa stregua di tutti gli altri. Ho visto che anche sul fronte opposto (che per me non ha più nulla di esemplare) non ci sono più distinzioni. Ho visto che uno, con cui credevo di avere qualcosa in comune, si è andato a cercare certe compagnie. Ho udito che anche un Kandinsky non vede nelle azioni degli ebrei altro che male e nelle loro cattive azioni altro che ebraismo. A questo punto rinunzio alla speranza di una comprensione reciproca. È stato un sogno.
Siamo uomini di due specie diverse. Definitivamente! Comprenderà quindi come io faccia solo l’indispensabile per continuare a vivere. Forse le generazioni che verranno potranno di nuovo sognare. Io non me lo auguro, né per loro né per me. Al contrario, non so cosa darei per poter scuotere il loro sonno. Nei miei cordiali e devoti saluti possano scindersi con imparzialità il Kandinsky di ieri e quello di oggi.


A Wassily Kandinsky

Mödling, 4 Maggio 1923

Caro Kandinsky,
Le rispondo, poiché Lei scrive che La mia lettera Le ha fatto una profonda impressione. Proprio questo mi aspettavo da Kandinsky, pur non avendo detto neanche la centesima parte di ciò che però la fantasia di un Kandinsky gli dovrà completare da sola, se egli è quel Kandinsky che posso chiamare mio! Non ho detto che per esempio quando vado per la strada tutti mi squadrano per controllare se sono un ebreo o un cristiano, nel qual caso ovviamente non posso far presente a ciascuno di loro che io sono quello che Kandinsky e qualcun altro collocano fra le eccezioni, mentre per la verità Hitler è di parere diverso. Di questa benevolenza non saprei che farmene, anche se volessi trascriverla su un cartello, come fanno i mendicanti ciechi, e appendermelo al collo, così che ognuno possa prenderne conoscenza. Ma queste cose un Kandinsky dovrebbe immaginarsele. Un Kandinsky dovrebbe intuire, cosa realmente accaduta, che io ho dovuto interrompere la mia prima estate di lavoro da cinque anni a questa parte, che sono stato costretto ad abbandonare il luogo dove ero andato a cercare un po’ di pace per lavorare, non potendovela più trovare. Poiché i tedeschi non possono tollerate che un ebreo sia tra di loro!2. Può un Kandinsky dividere l’opinione di altri e non la mia? Può avere anche un solo pensiero in comune con UOMINI, che sono capaci di turbare la tranquillità del mio lavoro? C’è un pensiero che si possa avere in comune con questa gente? E: può essere giusto questo pensiero? Io penso che Kandinsky non possa avere in comune con loro neanche la geometria! Egli non può prendere di queste posizioni, o altrimenti non è più una parte di me stesso! Io chiedo: Perché si dice che gli ebrei sono tutti come la loro feccia? Si dice forse che anche gli ariani sono come i loro peggiori elementi? Perché si misura un ariano da Goethe, Schopenhauer, etc.? Perché non si dice che anche gli ebrei sono come Mahler, Altenberg, Schönberg e molti altri? Perché fa della politica se ha dei sentimenti umani? Dato che questa non può far alcun conto degli uomini, ma soltanto dello scopo di un partito?

Con il suo naso ricurvo ogni ebreo rivela non soltanto la propria colpa, ma anche quella di tutti gli altri che come lui hanno un naso ricurvo. Se però si mettono insieme cento criminali ariani, dai loro nasi si potrà dedurre soltanto l’amore per l’alcool, ma per il resto li si considererà dei galantuomini.

E Lei collabora a tutto ciò e «come ebreo mi rifiuta». Ma forse che io mi sono offerto a Lei? Crede che uno come me si lasci rifiutare? Crede che uno che conosce il proprio valore possa concedere a chiunque altro il diritto di criticare anche le più insignificanti qualità di se stesso? Chi potrebbe avere questo diritto? In che cosa dovrebbe essere migliore? Dietro le mie spalle possono criticarmi tutti, c’è molto posto. Ma se mi giunge qualcosa all’orecchio, quello da cui è partita subirà il mio contrattacco, incondizionatamente.

Come può un Kandinsky permettere che mi si arrechi offesa; come può egli prender parte ad una politica che mira a privarmi del mio naturale campo d’azione; come può astenersi dal combattere un’ideologia che ha come meta delle notti di San Bartolomeo, nella cui oscurità non si potrà leggere il cartello in cui si dice che io ne sono escluso!
Io, se avessi il potere, in un caso analogo professerei un’ideologia, che garantisse la sicurezza di Kandinsky, prescindendo completamente dal suo valore politico o economico. Perché sarei del parere che soltanto un’ideologia, che assicuri al mondo le idee di due o tre Kandinsky che si danno in un secolo, che soltanto quest’ideologia sarebbe valida per me. E i pogroms3 li lascerei agli altri. Ammesso che non potessi farci niente!

Se anch’io verrò colpito dalle conseguenze del movimento antisemita, Lei lo chiamerà un deprecabile caso singolo. Ma perché non si vede nei cattivi ebrei un deprecabile caso singolo, bensì la norma? Nella ristretta cerchia dei miei allievi, subito dopo la guerra, quasi tutti gli ariani non erano stati al fronte, ma si erano imboscati. Mentre quasi tutti gli ebrei erano Stati al fronte ed avevano riportato anche ferite. Come la mettiamo qui con i casi singoli?

Ma non è un caso singolo, cioè non è fortuito. Rientra bensì in un piano preciso che io, dopo esser stato misconosciuto con i metodi usuali, adesso debba fare ancora un pezzo di strada in più per via della politica. È naturale: questa gente, a cui la mia musica e i miei pensieri davano fastidio, non poteva che rallegrarsi nel trovare un’occasione in più per sbarazzarsi provvisoriamente di me. Il mio successo artistico mi è indifferente, Lei lo sa. Ma non permetto che mi si arrechi offesa!

Che ho da spartire io con il comunismo? Non sono un comunista e non lo sono stato! Che ho da spartire con gli Anziani di Sion4? Per me è il titolo di una favola da mille e una notte, che però non contrassegna nulla di fede degno come quelle.

Non dovrei forse aver sentore anch’io degli Anziani di Sion? O pensa che io debba le mie scoperte, il mio sapere e le mie capacità alla protezione ebraica? O forse Einstein deve la sua scienza alla missione degli Anziani di Sion?

Non lo capisco. Tutto ciò non regge ad un’analisi seria. In guerra avrebbe dovuto aver modo di notare come molte delle notizie ufficiali, quasi tutte indistintamente, fossero false. Come la nostra mente, che insiste nell’esigenza di cose concrete, si precluda per sempre la via della verità. Non lo sapeva o l’ha dimenticato?

Ha anche dimenticato quanto possano essere nefaste certe inclinazioni dei sentimenti? Non sa come in tempo di pace per un incidente ferroviario con quattro morti ognuno era inorridito, mentre durante la guerra si poteva sentir parlare di 100.000 morti senza neanche cercare di raffigurarsi la tragedia, i dolori, l’angoscia e le conseguenze che ne derivavano. E come ci siano state dello persone che si rallegravano per la quantità dei nemici uccisi, tanto più quanto maggiore ne era il numero! Io non sono un pacifista; opporsi alla guerra è altrettanto disperato che opporsi alla morte. Entrambe sono inevitabili, dipendono solo in minima parte da noi e appartengono ai metodi di rinnovamento della specie, che non sono ideati da noi, ma da forze superiori. Allo stesso modo, il ridimensionamento della struttura sociale che si sta compiendo non può essere attribuito ad un singolo. Esso sta scritto nelle stelle ed è necessario che si compia. La borghesia era divenuta troppo astratta, non era più capace di combattere, e così dal profondo dell’umanità affiora la sua parte povera ma forte, per costituire un nuovo ceto medio vitale. Quello di prima si compra un bel libro stampato su carta cattiva e fa la fame. Deve essere così e non altrimenti – lo si può negare?

E Lei vorrebbe opporvisi. Vorrebbe darne la colpa agli ebrei?

Non lo capisco!

Forse che tutti gli ebrei sono comunisti? Sa bene come me che non è così. Io non sono comunista, perché so che le cose che si vorrebbe dividere non bastano per tutti, ma appena per un decima dell’umanità. E le cose che abbondano (disgrazie, malattie, bassezze, inettitudini, ecc.) toccano lo stesso a tutti. Inoltre perché so che la felicità soggettiva non dipende dalla ricchezza, ma è un’enigmatica attitudine che si ha o non si ha. E in terzo luogo perché la terra è una valle di lacrime e non un luogo di divertimenti, e quindi l’uguaglianza dei beni e della felicità né è nei disegni del Creatore né ha forse un qualsiasi senso vero proprio.

Oggi basta formulare qualsiasi sciocchezza in gergo scientifico-giornalistico, e anche gli uomini più assennati lo considerano una rivelazione. Gli Anziani di Sion … certo: così si chiamano oggi i film, le opere scientifiche, le operette, i cabaret, in una parola tutte le espressioni dello spirito, che oggi interessano questa terra.

I commercianti ebrei fanno i loro affari. Quando però diventano scomodi per la concorrenza vengono attaccati, non come commercianti ma come ebrei. Ma in che veste dovrebbero discolparsi? Sono comunque convinto che la loro difesa è soltanto da commercianti, e che quella da ebrei è solo apparente. Cioè a dire: che i loro accusatori ariani da accusati si difendono allo stesso modo, anche se con altri termini e ricorrendo ad altre forme (più simpatiche???) di ipocrisia; e che agli ebrei non importa di battere la concorrenza cristiana, ma qualsiasi concorrenza! e che la stessa cosa importa agli ariani; e che ogni alleanza, giustificata dal fine, è possibile tra loro, così come ogni contrasto. Oggi è la razza; domani chissà cosa sarà. E un Kandinsky sta al gioco?

Le grandi banche americane hanno finanziato il comunismo, e non ne hanno dato smentita. Sa il perché? Il Signor Ford saprà che esse non sono in grado di smentire: forse, facendolo, rivelerebbero qualcosa di molto più importuno per loro. Infatti, se la faccenda del finanziamento fosse vera, sarebbe stato dimostrato da un pezzo che non lo è.

Ma lo sappiamo! Ne abbiamo già fatto esperienza!

Trotzky e Lenin hanno versato fiumi di sangue (cosa inevitabile per ogni rivoluzione della storia!) per tradurre in realtà una teoria, ovviamente sbagliata (anche se in buona fede, come per lo più lo erano state, nelle precedenti rivoluzioni, quelle di altri benefattori dell’umanità). Cosa esecranda e da condannarsi, perché chi mette mano a queste cose non dovrebbe sbagliare! E diventerà migliore o più felice l’umanità, se adesso verranno realizzate con altrettanto fanatismo e altrettante carneficine queste altre teorie, che anche se opposte a quelle di prima non sono per questo più giuste (dato che tutte le teorie sono sbagliate, ed è soltanto la nostra fede che di volta in volta presta loro quella patina di verità che basta ad illuderci)? A cos’altro condurrà l’antisemitismo, se non alla violenza? È tanto difficile da immaginarsi? Lei si contenterà forse di togliere agli ebrei i loro diritti. Nel qual caso, peraltro, Einstein, Mahler, io e molti altri saremmo già distrutti. Ma una cosa è certa: quegli elementi più tenaci, grazie alla cui resistenza la razza ebraica è sopravvissuta per 20 secoli indifesa di fronte all’intera umanità, quelli non potranno essere sterminati. Essi sono organizzati in modo tale da poter portare a termine la missione che Dio ha additato loro: sopravvivere nell’esilio, incontaminati e intatti, finché giungerà l’ora della redenzione! In fin dei conti gli antisemiti non sono degli innovatori più lungimiranti o meno insensati dei comunisti. Sono tutti quanti utopisti o affaristi, a seconda se in buona o mala fede, devo concludere, perché a forza di scrivere a macchina mi fanno male gli occhi. Riprendo a scrivere dopo un paio di giorni, e ora mi accorgo che ho commesso un grosso errore, dal punto di vista morale e da quello tattico:

Ho polemizzato! Ho perorato una causa!

Ho dimenticato che non si tratta di giustizia o di ingiustizia, di verità o di menzogna, di perspicacia o di cecità, ma soltanto di una questione di forza; e questa è sempre cieca, sia nell’odio che nell’amore.

Ho dimenticato che non ha senso polemizzare quando non si viene ascoltati; quando non c’è la volontà di capire, ma solo quella di non udire ciò che dice l’altro.

Legga, se vuole, quel che ho scritto; ma La prego di non continuare la polemica con una risposta. Non commetta il mio stesso errore. Cercherò di dissuaderLa, dicendoLe:

Io non La capirò; io non posso capirLa. Qualche giorno fa forse ho cercato di scuoterLa con le mie argomentazioni. Oggi non ci credo più, e la perorazione di questa causa mi sembra quasi mancanza di dignità.

Ho voluto risponderLe per mostrarLe che anche sotto queste nuove vesti per me c’è sempre Kandinsky, e che non ho perduto l’ammirazione che provavo prima. E, se volesse porgere i miei cordiali saluti al Kandinsky che fu già mio amico, gliene sarei molto grato e aggiungerei anche questa ambasciata: Da molto tempo non ci siamo più visti; chissà se mai ci rivedremo, ma, se ciò dovesse verificarsi, sarebbe molto triste dover far finta di ignorarsi5.

Porga quindi questi miei cordiali saluti.


Ad Alma Mahler-Werfel

Mödling, 11 Maggio 1923

Cara amica, penso che dovresti tacere a […] e a […]6 che è tramite te che sono venuto a conoscenza del loro attuale indirizzo politico. Sarebbe molto più comodo per loro: poter levare un’accusa contro di te, invece di sentirsi in colpa. Chi ha torto cerca sempre il pretesto per inveire. Non glielo procurare! Lascia che essi s’impappinino e, se capiterà, dicano solo quelle cose che tutti, e a maggior ragione io, possono sapere. Inoltre, forse, potevo venir informato di ciò che si dice a Weimar anche senza di te. Cinque miei conoscenti sono là! Non è detto che in un modo o in un altro non venga a conoscenza di tutte le voci che circolano: forse non l’ho saputo da te, e ne sono stato messo al corrente da certe mie relazioni «senza filo»! A loro dovresti scrivere così:
« Ho avuto notizia della lettera che Sch. ha scritto a Kandinsky!


Note:

1 Il pittore Wassily Kandinsky (http://it.wikipedia.org/wiki/Wassily_Kandinsky  ), che già prima della grande guerra era vincolato a Schönberg da stretta amicizia, lo aveva invitato a trasferirsi a Weimar per collaborare alla costituzione di un centro artistico-culturale presso il locale Bauhaus, Schönberg aveva avuto notizia che al Bauhaus (http://it.wikipedia.org/wiki/Bauhaus  ) circolavano tendenze antisemitiche.

2 Arnold Schönberg era andato in villeggiatura a Mattsee presso Salisburgo, dove gli era stato reso noto che là gli ebrei erano indesiderati.

3 Pogrom è un termine storico di derivazione russa (Погром) con cui vengono indicate le sommosse popolari antisemite e le successive devastazioni avvenute soprattutto al tempo degli Zar di Russia con il consenso – se non con l’appoggio – delle autorità.

4 I Protocolli dei Savi (Anziani) di Sion sono un’opera letteraria che, nella forma di un presunto “documento” segreto, descrive un ipotetico piano per la conquista del dominio del mondo da parte degli ebrei.

A partire dalla prima pubblicazione nell’Impero Russo nel 1903, diverse ricerche obiettive hanno – in più di un’occasione – dimostrato che si tratta di un falso; in particolar modo, una serie di articoli pubblicati sul The Times di Londra nel 1921 ha provato che gran parte del materiale è frutto di plagio da precedenti opere di satira politica, non correlate agli ebrei. A dispetto di ciò alcuni continuano a considerare il testo autentico, soprattutto in quelle aree dove l’antisemitismo, l’antigiudaismo o l’antisionismo sono diffusi

Per approfondire: http://it.wikipedia.org/wiki/Protocolli_dei_Savi_di_Sion

5 Schönberg e Kandinsky riallacciarono più tardi la loro amicizia.

I nomi sono stati tralasciati per motivi personali.

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