Venerdì 15 aprile 2022 torna la tradizionale via Crucis al Colosseo dopo due anni di stop dovuti alla pandemia. Le meditazioni sono state preparate da alcune famiglie. Papa Francesco ha voluto per la Stazione XIII due donne. Si tratta di un’infermiera ucraina, Irina, del Centro di cure palliative “Insieme nella cura” della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma e di una studentessa russa, Albina, del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università Campus Bio-Medico.
La meditazione
Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. (Mc 15, 34. 36-37)
Meditazione della via Crucis, XIII stazione Gesù muore sulla Croce, Colosseo 15 aprile 2022
La morte intorno. La vita che sembra perdere di valore. Tutto cambia in pochi secondi. L’esistenza, le giornate, la spensieratezza della neve d’inverno, l’andare a prendere i bambini a scuola, il lavoro, gli abbracci, le amicizie… tutto. Tutto perde improvvisamente valore. “Dove sei Signore? Dove ti sei nascosto? Vogliamo la nostra vita di prima. Perché tutto questo? Quale colpa abbiamo commesso? Perché ci hai abbandonato? Perché hai abbandonato i nostri popoli? Perché hai spaccato in questo modo le nostre famiglie? Perché non abbiamo più la voglia di sognare e di vivere? Perché le nostre terre sono diventate tenebrose come il Golgota?”. Le lacrime sono finite. La rabbia ha lasciato il passo alla rassegnazione. Sappiamo che Tu ci ami, Signore, ma non lo sentiamo questo amore e questa cosa ci fa impazzire. Ci svegliamo al mattino e per qualche secondo siamo felici, ma poi ci ricordiamo subito quanto sarà difficile riconciliarci. Signore dove sei? Parla nel silenzio della morte e della divisione ed insegnaci a fare pace, ad essere fratelli e sorelle, a ricostruire ciò che le bombe avrebbero voluto annientare.
E’ una scelta molto forte visto il contesto di conflitto armato a cui assistiamo da parecchi giorni. La croce unisce i cristiani nel mistero di un Dio che “si fa obbediente fino alla morte di croce” (Fil 2,6-11) oltre la logica amico-nemico. Certo come dice Paolo nella lettera ai Corinti permane “scandalo e stoltezza” (1Cor 1,23-24) e in questo contesto si offre in tutta la sua lacerante provocazione. “Chiama fuori” da ognuno di noi emozioni, pensieri riflessioni che come cristiani non possiamo eludere o evitare. Cosa vuol dire credere, che senso ha credere quando siamo coinvolti in un conflitto? Cosa vuol dire credere in questo crocifisso? Che senso ha mettesi ai piedi del crocifisso tra la devastazione delle città, circondati da umiliazioni, dolore, sofferenza, morte, che interpellano le vite e le coscienze di ogni donna e uomo. E’ possibile accettare la croce? Fino a che punto?
Scandalo
Se lo prendiamo seriamente – oltre una ritualità consolidata che rischia di diventare vuoto formalismo – il crocifisso rimane scandalo. Che sia questa la sua dimensione sta emergendo chiaramente. C’è chi, questo scandalo cristiano, non lo ha accettato.
“L’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede – twitta l’ambasciatore Andrii Yurash – capisce e condivide la preoccupazione generale in Ucraina e in molte altre comunità sull’idea di mettere insieme le donne ucraine e russe nel portare la Croce durante la Via Crucis di venerdì al Colosseo”. “Ora stiamo lavorando sulla questione cercando di spiegare le difficoltà della sua realizzazione e le possibili conseguenze”,
Fonte: RaiNews24
Anche uomini di chiesa come l’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, che con un duro comunicato definisce
«questa idea inopportuna e ambigua che non tiene conto del contesto di aggressione militare russa contro l’Ucraina».
Fonte Avvenire
Come non mai la scelta di Papa Francesco ci pone di fronte al mistero del crocefisso con occhi (per molti di noi) nuovi. Un crocifisso che chiede risposte personali a partire da una situazione che ci sta interpellando tutti. Una risposta alla guerra che propone un linguaggio nuovo, una narrazione “inedita” rispetto a quelle che leggiamo quotidianamente.
«La domanda per il credente resta: che cosa significa oggi in questa situazione “amare il nemico” (che è il cuore del Vangelo)? E il Papa è pastore universale. Per lui vale quel che ha appena scritto in un tweet: “Il Signore non ci divide in buoni e cattivi, in amici e nemici. Per Lui siamo tutti figli amati”. È terribile e scandaloso. Ma è questo il Vangelo di Cristo».
Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica
Fonte Avvenire
Un crocifisso che è di fronte a noi in tutta la sua radicale provocazione e scandalo. Ad ognuno di noi lasciarci interpellare e cercare delle risposte.
Chi sono Irina e Albina?
Qui un’intervista a Irina e Albina tratta dal sito VaticanNews e di seguito un video in cui lanciano un messaggio di pace.
https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2022-04/via-crucis-colosseo-famiglia-russa-ucraina-campus-