Nella Chiesa antica c’era già l’uso di decorare con rami e corone le case per la festa del 6 gennaio: questa usanza però è legata ai riti pagani degli alberi e al solstizio d’inverno.
Il significato cristiano dell’albero di Natale risale a una tradizione medioevale: nella notte santa si mettevano in scena davanti ai portali delle chiese delle rappresentazioni teatrali ambientate in Paradiso (con Adamo ed Eva, il diavolo, l’albero con il frutto proibito) e il presepio.
Venivano usati alberi locali a seconda delle zone; in Germania si usava il melo (infatti si è imposta la mela come frutto proibito) anche se fu poi sostituito con un albero diverso: il sempreverde abete.
Propp dice che l’abete conserva anche in inverno il suo colore verde estivo quindi ha una certa capacità naturale di non arrendersi alla morte invernale in analogia a Gesù. Fino al X sec. si percepiva come sacro il tempo della nascita di Gesù e si credeva che in pieno inverno fiorissero le piante. Di queste leggende è rimasta la tradizione di mettere in acqua rami di melo o di ciliegio per portarli alla fioritura nel giorno di festa. Nelle chiese luterane alla messa di Natale si accendevano le candele di un grande abete per illuminare la chiesa (simile all’antico rito del 5/6 genn. raccontato dalla pellegrina Eteria). Nel xv sec. l’abete è ancora considerato dalla Chiesa un elemento pagano; tuttavia all’inizio del XVI sec. nell’Europa centrale venivano tagliati boschi di abeti tanto da indurre una regolamentazione (occorreva una licenza, taglio affidato ai guardiaboschi, misure degli alberi da tagliare) che ci testimonia la graduale diffusione dell’abete nelle case e nelle botteghe. In uno di questi documenti si descrive il tipo di addobbo usato in una località alsaziana dove si appendevano all’albero le mele e le ostie: la mela rimanda all’albero della tentazione che ha condotto l’uomo alla morte e l’ostia all’albero della vita, al pane eucaristico che è il corpo di Cristo offerto per il perdono dei peccati. Con il tempo si sostituirono le ostie con i biscotti di Natale.
In un foglio del diario di un viaggiatore del 1605 si descrive una decorazione dell’albero mai vista prima: oltre alle mele e ostie c’erano “ori vibranti” (richiamano i doni dei magi), zuccherini, rose di carta (dalla leggenda della rosa di Gerico che fiorì calpestata da Maria nella notte santa). La prima notizia di candele accese sull’abete nel 1785 a Strasburgo si ricava dalle memorie di una baronessa.
Nel XIX sec. le mele furono sostituite con palline di vetro soffiato. Dopo la Germania l’albero di Natale addobbato si diffuse anche in Scandinavia, Svizzera, Francia .
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