L’immagine che oggi abbiamo di Babbo Natale è di stampo tipicamente statunitense, tuttavia è frutto del lento evolversi di una tradizione tutta medioevale, che nasce con San Nicola di Mira (l’odierna Dembre in Turchia). Le sue reliquie vennero traslate a Bari nel 1087. Nicola parola forse greca per “vincitore del popolo”, è stato uno dei santi più venerati del Medioevo. La sua devozione si diffuse presto in tutto il mondo, dalla Russia, di cui è il protettore, alla Groenlandia fino alla cattedrale di Canterbury in Inghilterra. San Nicola è protettore di bambini, fanciulle e studenti, tutti coprotagonisti dei suoi miracoli. La sua fama pare essere legata ad una historia composta da Reginoldo di Eichstatt (sec. X)
La sua fama fu intaccata dalla Riforma e il compito di elargire doni venne attribuito a Chritkindel o Kris Kringle, Gesù Bambino.
La tradizione di scambiarsi regali la troviamo anche nel mondo romano nella festa di Saturnalia. Durante tale ricorrenza decembrina ci si scambiavano strenne, soprattutto stautette di cera o di pasta chiamate sigilla (da signum, immagine) doni destinati soprattutto ai servi e agli schiavi che in quel periodo, e solo allora, venivano ammessi alla mensa del padrone. Scopo di tali rituali sembra essere legato alla funzione di esorcizzare fantasmi della stagione morente e ingraziarsi i morti, il mondo della diversità per eccellenza di cui servi, schiavi ma anche bambini figuravano questa alterità nel corpo sociale.
Gli emigrati portarono queste tradizioni nelle Americhe dove la Coca Cola fece il resto creando l’immagine di Babbo Natale che tutti noi conosciamo.
CLAUDIO CORVINO, La vera storia di Babbo Natale, in Medioevo, anno 2 n.1 (12) Gennaio 1998, pp.39-43.