Era freddo. L’inverno era arrivato! Un morbido manto bianco di neve copriva tutto il paese. In un’angusta casa, buia e fredda, viveva un piccolo vecchio tutto solo soletto. Il nostro vecchietto aveva sempre freddo ai piedi e, non avendo delle ciabatte, si teneva su l’unico paio di stivali, anche quando erano bagnati. «Sempre meglio che scalzo!», pensava. Infatti era molto povero. Ogni mattina si metteva sulle magre spalle il suo logoro mantello ed usciva per andare in paese. Nel cammino i suoi consumati stivali si bagnavano lentamente per la neve. Sostava sempre allo stesso posto, sui gradini di una chiesa, deponeva una ciotola per terra e attendeva che i passanti gli facessero l’elemosina. Con i soldi che riceveva si comprava da mangiare e pagava l’affitto della sua misera casa. «Ah!», si ripeteva spesso. «Sarei contentissimo, se un giorno potessi ricevere così tanto da poter acquistare un bel paio di ciabatte per i miei poveri piedi sempre freddi!». Così passavano giorni e settimane ed il vecchietto non riusciva a risparmiare abbastanza perché quello che otteneva era sempre troppo poco. Arrivò la vigilia di Natale e come gli altri giorni il vecchietto si diresse verso il paese. Camminava tutto assorto nei suoi pensieri, quando udì uno scampanellio alle sue spalle e si voltò… con stupore vide una bella e grande slitta, trainata da tre robuste renne. Sopra la slitta sedeva un anziano signore, arzillo e pacioccone, che si copriva le gambe con una bella coperta rossa dai graziosi disegni. «Ah! Babbo Natale!», esclamò il povero vecchietto che fino allora non l’aveva mai visto ed ormai non ci credeva più. Babbo Natale si fermò e gli offrì gentilmente di accompagnarlo in paese.
Il vecchio, tutto contento, accettò subito e salì sulla slitta. «Vado in paese a chiedere l’elemosina. Non riesco a trovare un lavoro. Sono troppo vecchio!» spiegò a Babbo Natale. «Purtroppo guadagno solo per il pane e l’affitto. È da molto tempo che desidero delle ciabatte per stare in casa. Tu, Babbo Natale, non potresti regalarmene un bel paio?».
«Come mi dispiace! Ho solo ciabatte piccole… sai, io faccio regali solo ai bambini e non agli adulti; infatti loro non credono più che io esista».
«Non fa niente. Ma dimmi un po’. Sei veramente Babbo Natale? Io sono molto vecchio e non ti avevo mai visto, neanche da bambino. Inoltre la tua voce mi sembra molto giovane. Non è la voce di un vecchio!». L’uomo sulla slitta si mise a ridere: «Sì, hai ragione a dubitare! Infatti non lo sono. Mi sono vestito e truccato così per la mia bambina. Ogni Natale le mettevo i regali sotto l’albero ed ogni volta rimaneva un po’ male per non aver visto Babbo Natale di persona. Mi chiedeva sempre se egli fosse arrabbiato con lei; o se fosse stata cattiva per non potergli parlare. Ragione per cui questa volta voglio farle una sorpresa».
«Ah, veramente bello! Devi voler molto bene alla tua bambina!».
«Sì, davvero molto! Forse la vizio anche un po’. Ma devi sapere che la bambina non può camminare. Ha avuto un brutto incidente alcuni anni fa. I medici dicono che è colpa dello shock. Ecco perché cerco di fare il possibile affinché sia felice e serena!».
«Mi dispiace molto… ma vedrai che sarà contenta per questa sorpresa!».
«Lo spero proprio! Anche se ho timore di essere scoperto subito… sai, mi è venuta un’ idea… perché non fai tu Babbo Natale? In cambio ti darò i soldi della giornata e per comprare le ciabatte».
«Come vuoi! Sono contento di poterti aiutare».
Si fermarono ed il vecchietto si vestì da Babbo Natale e prese il posto alla guida della slitta. L’uomo, che ora aveva il suo vestito ed un aspetto normale, giovane, molto elegante e distinto, sedette accanto a Babbo Natale e indicò la strada per la sua casa. Prima fecero sosta in paese a comprare dei regalini per la bambina e li misero in un sacco, poi arrivarono con calma, verso sera. Era una bellissima villetta con un grande giardino tutto coperto di neve. La bambina era seduta alla finestra della sua cameretta e aspettava il ritorno del papà. Con stupore e felicità vide la bella carrozza e le tre renne. E tutta commossa intuì la sorpresa tanto attesa. Dalla gioia quasi cadeva dalla carrozzella:
«Mamma, mamma, sono arrivati… c’è Babbo Natale! È con papà!».
Il padre intanto aiutava il povero vecchietto a scendere dalla slitta: era commosso pure lui, vedendo che, con quel bellissimo mantello rosso, con quella lunga barba bianca finta e con quel sacco pieno di regali sulle spalle, sembrava veramente Babbo Natale.
«Vieni che ti faccio entrare. La mia bambina si chiama Francesca, sarà veramente felice di vederti».
Aprì la porta e Francesca, seduta nella sua carrozzella, era già lì, portata dalla mamma, tutta commossa ed eccitata pure lei. Il vecchietto e la bambina si guardarono negli occhi ed entrambi sorrisero, erano felici. Il vecchio notò la bellezza e la dolcezza della bambina.
«Eccomi qua!», disse Babbo Natale.
«Il tuo papà è venuto a cercarmi e mi ha detto che desideri tanto vedermi e conoscermi. ti ho anche portato dei bellissimi regali…».
La bambina commossa alzò le manine per salutare Babbo Natale:
«Sono contentissima che sei venuto, avevo tanta voglia di vederti e parlarti. Sai, voglio ringraziarti anche per tutti i regali che mi hai fatto gli anni scorsi». Babbo Natale prese le manine e diede un bacetto sulle guance della bambina.
«Ecco, quest’anno ti ho portato una bellissima bambola con un bel vestitino rosa, un bel gattino di peluche, un libro, le matite colorate e un bel gioco con i dadi che potrai fare con papà e mamma…», sorrise mentre vuotava il suo sacco.
«Oh, che belli! grazie mille Babbo Natale… ora però vorrei farti anch’io un regalo. Dimmi che cosa vorresti per Natale?».
«Ah, grazie. Non importa. Io desidero solo che tutti i bambini siano felici…».
«Ma io sarei ancora più felice se potessi regalarti qualcosa…».
«E va bene… se proprio vuoi… allora vorrei avere un paio di ciabatte. Magari imbottite… ho sempre tanto freddo ai piedi…».
«Che bello… ho proprio quello che desideri… prendi quel pacchetto rosso sotto l’albero, le avevo comprate per il papà, ma sono sicura che anche lui sarà contento di dartele. Vero papà?», esclamò Francesca.
«Sì, non preoccuparti, regalale pure a Babbo Natale. Sono sicuro che sarà felicissimo!». Babbo Natale prese il pacchetto rosso, l’aprì e tirò fuori le ciabatte che tanto desiderava…
«Oh, che belle… non vedo l’ora di metterle, devono essere veramente comode…», disse il vecchietto molto commosso.
«Dai Babbo Natale, provale e togliti il mantello. Vuoi rimanere da noi a cena? Così possiamo stare un po’ in compagnia!», domandò felice la bambina. Il vecchietto guardò il padre della bambina perché non sapeva più cosa fare e che cosa rispondere. Prima che il papà potesse dire qualcosa (anche lui era rimasto sorpreso), la mamma intervenne contenta:
«Sì! accomodati pure. Saremmo tutti contenti di averti nostro ospite a cena».
«Grazie infinite. Sono molto lieto della vostra compagnia», rispose il vecchietto mentre si metteva le ciabatte e si toglieva il mantello. La bambina e i genitori videro che il vecchietto, senza il folto mantello rosso, era più magro del previsto ed indossava un vecchio maglione un po’ scolorito, ma non ci fecero caso, e si accomodarono tutti contenti a tavola. Parlarono di molte cose. Il vecchietto si sentiva in forma e raccontò molte storielle alla bambina che lo ascoltava sempre più emozionata. Mamma e papà più volte si guardarono compiaciuti per la bella serata. Il papà cominciò quasi a credere che il vecchietto fosse veramente Babbo Natale da quanta serenità e gioia riusciva a dare con i suoi racconti. Ma sapeva bene che era impossibile, perché in passato lo aveva già visto sui gradini della chiesa a chiedere l’elemosina. La cena fu deliziosa e si fece tardi. Babbo Natale si rese conto che ormai doveva partire. Per questo motivo si congedò ringraziando mamma e papà per la cena, e si avvicinò alla bambina per salutarla. Mentre le dava due bacini sulle guance, la bambina gli bisbigliò qualcosa all’orecchio senza che mamma e papà potessero sentirli. Babbo Natale sorrise e rispose bisbigliando anche lui. Poi continuò a voce normale e serena:
«Ora devo andare! È stata una bellissima serata. Grazie ancora per le ciabatte… sono molto lieto di averti conosciuta. Sii sempre così allegra e dolce, addio…».
«Addio, Babbo Natale… grazie della visita. Mi ricorderò sempre di te», salutò la bambina, un po’ triste perché egli partiva, ma contenta per quell’unica occasione che aveva avuto. Il papà mise il mantello sulle spalle del vecchietto e lo accompagnò alla porta. Fuori, non sentiti dalla bambina, disse:
«Grazie, vecchio mio. Sei stato fantastico. Tieniti pure il costume di Babbo Natale con la slitta e le renne: te li sei veramente guadagnati. Non dimenticherò mai questa serata. Arrivederci».
«Addio, buon uomo!». Il vecchietto salì sulla slitta e si avviò a casa, salutando con la mano la bambina e la mamma che nel frattempo si erano affacciate alla finestra. Il papà tornato a casa vide la bambina felice e si ricordò che ella aveva sussurrato qualcosa al vecchietto e le domandò sereno:
«Veramente simpatico questo Babbo Natale. Dimmi un po’ che cosa gli hai bisbigliato?».
«È una sorpresa, non posso dirtelo».
«Dai dimmelo, non gli avrai per caso chiesto un altro regalo?», chiese di nuovo scherzando.
«Beh sì! ma non per me…, non vorrei dirtelo».
«Va bene. Ma comunque, lui che cosa ti ha risposto?», continuò il papà un po’ preoccupato. Infatti sapeva che il vecchietto non era Babbo Natale e che non avrebbe potuto fare nessun altro regalo.
«Mi ha sussurrato: domani mattina, a Natale!», gli rispose felicissima la bambina. Era ormai ora di andare a letto e la bambina si addormentò subito serenamente, mentre il papà sempre più pensieroso decise di uscire. Prese la macchina e andò a trovare il vecchio nella sua piccola casa. Bussò… il vecchio aprì: era visibilmente felice e calzava le ciabatte.
«Salve, come mai da queste parti?».
«Scusami per il disturbo, ma avevo notato che Francesca ti aveva bisbigliato qualcosa all’orecchio… ti aveva chiesto un altro regalo. Beh, sono qui affinché tu me lo dica. Così posso prepararglielo per domani mattina».
«Ah! sì è vero… devi sapere che la tua bambina ha chiesto un regalino per te. Infatti mi ha dato le tue ciabatte. Guarda che belle… quindi era un po’ dispiaciuta perché si era resa conto che tu eri rimasto senza regalo. Io non potevo dire di no! Così, dopo, ho venduto la slitta e l’ho comprato. Eccolo in questo pacco! Speravo che saresti passato…».
«Grazie, che bel pensiero! Lo metterò sotto l’albero e domani farò finta di niente. Ciao e buonanotte». La mattina di Natale tutti si alzarono dal letto e andarono a vedere sotto l’albero. Con sorpresa la bambina trovò il regalo e felice lo diede al papà. Il papà notò che il pacco aveva un biglietto che prima non aveva osservato e lesse:
«Per Francesca, mamma e papà, da Babbo Natale».
«Ah! così avevi chiesto a Babbo Natale un regalino per tutti noi…», sorrise il papà.
La bambina arrossì un po’: «Sì! ha raccontato delle così belle favole… per questo ho voluto chiedergli qualcosa di particolare…». Il papà scartò il pacco e tirò fuori tre paia di morbide ciabatte, grandi per lui e la mamma e piccole per Francesca… fu perplesso e un po’ deluso. Non sapeva se dirle la verità, cioè che Babbo Natale era solo un povero vecchio. La mamma invece senza pensarci su due volte esclamò:
«Ah, che belle! Dai che le mettiamo subito, sembrano essere molto calde!». Francesca fu contentissima e se le fece mettere dalla mamma. Calzate le ciabatte, sentì subito un benefico calore salirle dai piedini su fino al cuore e volle provare a camminare, come aveva chiesto di nascosto a Babbo Natale. Si alzò dalla carrozzella e ci riuscì… lo shock era finalmente superato!! Il papà e la mamma abbracciarono felicissimi la bambina che andò loro incontro. Passati i momenti di commozione e grande felicità, il papà pensò di nuovo al vecchietto e domandò alla moglie:
«Dimmi, era veramente Babbo Natale o no? Io per essere sincero non lo so più…».
«Ho visto la gioia di Francesca mentre gli parlava. Credo che lo sia veramente. Babbo Natale esiste, ma bisogna crederci fermamente. Altrimenti è solo un povero vecchio…». Passarono insieme il più bel Natale mai avuto fino ad allora. Il giorno dopo il papà si recò alla chiesa per incontrare il vecchio. Infatti voleva mettersi le idee bene in chiaro. Lo vide seduto allo stesso posto a chiedere l’elemosina. Si avvicinò e balbettò:
«Dimmi chi sei? Sai che grazie alle tue ciabatte Francesca ha cominciato di nuovo a camminare? Sei veramente Babbo Natale?».
«No, sono un normale vecchietto, sono solo riuscito a dare a Francesca speranza e fiducia…».
«Non so come ringraziarti. Anzi, ho deciso! Noi abbiamo un giardino e abbiamo bisogno di un giardiniere. Vuoi abitare da noi e curarlo?».
«Sarei contentissimo. Sarà bello poter parlare e vedere ogni giorno la tua bella famigliola». Francesca e la mamma accolsero subito felicemente il vecchietto e, nonostante gli ricordasse Babbo Natale, non lo fecero mai notare e vissero tutti felici e contenti.
Giuseppe Veronese